Che bella sorpresa! Bangla l’ho divorato in poche ore. Film e serie. Bangla lo trovate su RaiPlay e va consumato velocemente, avidamente. Film e serie. Il focus è sulle differenze tra culture, con il sorriso amaro di chi ci prova ad accendere i riflettori su un tema delicato ma con leggerezza. Integrazione e tormenti d’amore. Un mix vincente se visto attraverso gli occhi di Phaim Bhuiyan, classe 1995, autentico enfant prodige della nostra cinematografia: regista, sceneggiatore, attore e protagonista della vicenda ambientata nella sua Tor Pignattara quartiere di Roma dove Phaim, un giovane musulmano di origini bengalesi, incontra e si innamora di Asia (Carlotta Antonelli) creando un cortocircuito che anima sia il film che la serie. I conflitti con la famiglia e la coscienza. La tradizione muslim che lo vorrebbe sposato a una ragazza con le sue stesse origini. Poi ci si mette di mezzo anche la prima regola dell’Islam, che impone la castità prima del matrimonio. Un film tenero, ironico, leggero e mai banale sul difficile tema dell’integrazione tra mondi e culture diverse, tra immigrati di seconda generazione e italiani, in gran parte autobiografico, girato tra i palazzoni di Torpignattara, il quartiere romano dove il giovane filmaker è nato e cresciuto. Si ride, si sorride e si riflette, tra battute, siparietti e personaggi presi dalla strada. Prodotto da FandangoBangla è stato girato con un low budget nel 2019, in poche settimane, con attori presi dalla strada e personaggi veri, tra cui la madre del protagonista, che lo è anche nella vita, un’amica che interpreta la sorella, il venditore di frutta nel ruolo di se stesso. Finito di guardare il film viene subito voglia di attaccare con le 8 puntate, di circa 30 minuti, della serie.

Bangla-La serie, disponibile sempre su RaiPlay, segue l’evoluzione del rapporto tra Phaim e la sua ragazza Asia. I due si dividono intorno all’opportunità di vivere a pieno la loro sessualità: Phaim vorrebbe arrivare vergine al matrimonio, come la sua religione imporrebbe, mentre Asia spinge per vivere il loro rapporto con maggiore libertà ed intimità. Il sesso viene vissuto con l’insicurezza di chi è costretto ad indietreggiare di fronte ai desideri, a dubitare ossessivamente sul da farsi. Il tono è suggerito anche dall’ottimo accompagnamento musicale (Mia di Giovanni Truppi, cantata con Calcutta ad esempio), il cast di contorno funziona (Pietro Sermonti, su tutti). Potenzialmente potrebbe avere altre stagioni, sperando di mantenere il livello così alto, perché il regista apre le porte su un mondo poco o per niente raccontato.