Giorgione Orto e Cucina è un mostro. Non mangerei nulla di quello che cucina, ma ogni volta che in tivvù fa le sue preparazioni rimango estasiato e rapito dalle sue ricette. Un nonnulla di olio, un intruglio con il grasso e voilà che il pranzo è servito. La sua è una cucina ricca di grassi e di materie prime eccezionali, bio e senza medicine. Orto e Cucina sono i due capisaldi del suo modo di approcciarsi davanti alle telecamere ed i suoi programmi su Gambero Rosso vanno fortissimo e lo hanno reso un personaggio riconoscibile ed icona del buongusto.
Giorgione non usa tecniche particolari, mischia gli ingredienti che ha a disposizione fregandosene del protocollo e della tradizione. Comanda il suo gusto ed anche senza assaggiare i suoi piatti si capisce immediatamente che la sua è una cucina saporita. Un trionfo di trigliceridi. Fiamme dei fornelli altissime, sale, guanciale, pancetta, olio sono gli ingredienti che non devono mai mancare mai nei suoi piatti e spesso sono miscelati tutti insieme. Piatti riveduti e corretti al suo palato unico giudice insindacabile.
Il tagliere a scacchi nella sua cucina è il suo tratto distintivo insieme ai coltelli di grandissima precisione. Olio come se piovesse, un nonnulla di sale grosso, burro in quantità industriale, una nevicata di pecorazzo e le sue proverbiali spadellate. Il linguaggio tecnico viene abbandonato per la sua genuina comunicatività che entra nelle case degli italiani che non possono fare altro che adorarlo. I suoi assaggi in corso d’opera sono proverbiali, si bea della sua bravura e quando poi il piatto è finito anche se ha buttato 1 kg di pasta fa capire che se lo mangerebbe tutto e con gran gusto. Insomma viva Giorgione ed il suo amore per il cibo, grasso sì ma genuino!