Lo dico subito: non mi è piaciuto. Il Divin Codino il film su Netflix basato sulla vita e la carriera di Roberto Baggio ha troppe pecche e falle. Innanzitutto la vicenda temporale dedicata alla carriera di Baggio manca di molti episodi importanti. Dal passaggio dalla Fiorentina alla Juve con annesse polemiche, il rigore (come al solito molto generoso ai bianconeri) ceduto a De Agostini nel suo ritorno a Firenze, il Mondiale di Italia 90, le sue esperienze a Milan, Inter e Bologna. Manca il Mondiale di Francia 1998 con quel tiro “uscito tanto così” contro i futuri campioni del mondo padroni di casa.
Insomma un film monco di alcuni episodi cruciali della vita del grande campione di Codogno che ha fatto della riservatezza il suo must. Però alcune vicende non dovevano essere omesse. La durata del film non compre neanche un supplementare, figuriamoci i rigori di Usa 94. Baggio sbagliò tirandolo alle stelle e vinse il Brasile, ma il suo non fu l’errore decisivo, se avesse segnato Pagliuca poi avrebbe dovuto parare il rigore ai verdeoro (presumibilmente Bebeto) per andare ad oltranza. A mio avviso furono più pesanti gli errori di Baresi e Massaro che quello del Divin Codino.
Baggio poi nel film sembra quasi uno stronzo, avulso dalle dinamiche dello spogliatoio, insomma una star sfigata e decadente. Un film che non crea pathos, empatia per un Campione che invece era davvero amato da tutti, in modo trasversale nonostante avesse cambiato tante maglie. Baggio andava trattato con i guanti bianchi, invece è sembrata solo un’operazione commerciale. Spiace sapere che il Divin Codino abbia espresso il suo favore a questa pellicola di Letizia Lamartire che difetta invece della giusta sensibilità di narrazione. Forse sarebbe stato meglio che Netflix avesse prodotto una serie e non un film, così avrebbe avuto più tempo per sviluppare la sceneggiatura. L’unico aspetto notevole è la colonna sonora e la canzone di Diodato L’Uomo dietro il Campione che ci riporta negli anni 90 e ci fa rivivere in poche strofe il dramma di un campione che fece piangere l’Italia.