“Per stare insieme bisogna parlare poco. L’indispensabile”. Quando un libro ti emoziona hai sempre la voglia di rileggerlo o di vedere se ci fanno un film. Lacci è un romanzo crudo, sul senso della vita che va avanti attraverso i silenzi, i compromessi e le bugie. Domenico Starnone con la sua prosa ci racconta la storia di una famiglia. Una famiglia qualsiasi. Anche la nostra. La mancanza di picchi, in una normalità che nasconde. Lo scorrere del tempo ed i rapporti che legano una famiglia che si perde e si ritrova attraverso i lacci. Nel senso fisico e metaforico.
Il film di Daniele Lucchetti è stata una sorpresa. Positiva direi. Anche se ci devo ancora riflettere. La sceneggiatura è stata curata anche da Starnone e questo mi sorprende per alcune incongruenze inspiegabili rispetto al libro. Piccoli cambiamenti che comunque mi hanno scombussolato. L’ambientazione napoletana non mi è dispiaciuta anche se mi ha spiazzato. L’inversione dell’età dei due figli di Aldo e Wanda non l’ho capita. Però il film rende bene le sensazioni che il libro di Starnone ha saputo trasmettermi. Le fragilità e la forza delle parole. Aldo, Wanda, i figli. Tre angolazioni diverse della stessa vicenda. Un redde rationem che lascia l’amaro in bocca. Affettività tenute insieme da un legame che forse sarebbe stato meglio recidere. La casa stravolta come i pensieri di chi legge o guarda il film. I sentimenti mai intensi, ma che uniscono.
Il film ha anche la forza della regia di Lucchetti che con Starnone ci lavora bene, sin dai tempi de La Scuola. Anche lì c’era un sontuoso Silvio Orlando, come nella piece teatrale sempre ispirata dal libro di Starnone. Aldo e Wanda sono Luigi Lo Cascio ed Alba Rohrwacher da giovani, mentre in età avanzata sono interpretati da Silvio Orlando e Laura Morante. I due figli – da adulti – sono Adriano Giannini e Giovanna Mezzogiorno che provano a dare una svolta alla vita monotona dei propri genitori. L’accoppiata libro film funziona, anche se spesso ci sono delle alterazioni che lasciano il lettore un po’ perplesso.