Ne scrivo adesso anche se lo hanno già fatto in tanti. Forse in troppi. Ho visto SANPA più di una settimana fa e tutto d’un fiato. Netflix ha prodotto il docufilm sulla comunità di San Patrignano e su Vincenzo Muccioli che sta facendo molto discutere. SANPA è un luogo fisico e della memoria. Si parte dal racconto degli albori della comunità attraverso tante testimonianze di chi ci è passato e di chi ha recitato un ruolo importante all’interno della gerarchia di potere creata dal fondatore Vincenzo Muccioli. Per parlarne bisogna anche ricordarsi dello scenario in cui va ad inserirsi la nascita della comunità e di quell’Italia degli anni 80. Cinque puntate di un’ora circa ognuna. San Patrignano era un mondo chiuso, con le sue regole molto particolari. Si celebra e si mette alla berlina Muccioli che alle volte viene descritto come un santo, altre come un demone. Ma alla fine chi era il patron di SANPA? A decidere però è chi guarda, anche in base ai suoi preconcetti o alle sue convinzioni.
Vincenzo Muccioli lo ricordo bene. Negli anni 80, l’epoca della mia gioventù e lo percepivo come un eroe. Prendeva i cattivi, i reietti, i tossici e li trasformava in buoni. Li vedevo i drogati nei parchetti che frequentavo che ciondolavano come zombie. Vedevo le loro strettissime siringhe che erano gettate sui marciapiedi o tra le erbacce. Si giocava a pallone per strada e le raccomandazioni erano sempre le stesse: stai attento a non calpestare le siringhe! Il pericolo era quello di contagiarsi dalla malattia del secolo. L’AIDS era la nostra angoscia principale. E Vincenzo Muccioli ci salvava anche da questo. Osannato in tv si crogiolava nel suo mito. L’idea che avevo del fondatore di San Patrignano era quello di un uomo enorme e buono con quel suo piglio deciso e risoluto. Mi fidavo di lui e delle sue parole. Le leggevo le polemiche dei suoi metodi duri per recuperare i tossici. Ma mi piaceva la sua figura così imponente e rassicurante.
A distanza di tanti anni e dopo aver visto SANPA registro i tanti dubbi sulla sua figura ma non cambio idea su Muccioli. Ovviamente so che avrebbe potuto fare meglio, che la comunità poteva essere gestita in maniera diversa e più democratica. Adesso scopro che le ombre erano tante. Però continuo a pensare che l’opera di San Patrignano sia comunque meritoria. Testimonianze pesanti. Walter Delogu, padre di Andrea, braccio destro di Muccioli, Antonio Boschini, ex tossico e medico della comunità e Fabio Cantelli, responsabile della comunicazione di SanPa e dalla sensibilità accentuata, sono i protagonisti di questo lungo racconto attraverso i ricordi ed i giudizi sul patron. Decisive nella ricostruzione anche le parole del figlio di Vincenzo, Andrea Muccioli. Insieme a loro una ventina di interviste che cercano di far capire cosa voleva dire appartenere a quella comunità. In ogni caso San Patrignano fa parte della storia d’Italia. Ma quanto bisogna spingersi per provare a salvare una persona? Ecco Sanpa gioca proprio su questo dilemma.