Parlare di Diego calciatore è facile e lo hanno fatto tutti, qualcuno ha raccontato anche il Maradona intimo e molti suoi cantori ci hanno incantato con bellissimi aneddoti. Il mondo del calcio gli ha saputo rendere onore. Personalmente non avrei niente da aggiungere rispetto a questi rigorosi e commossi tributi.

Mi piacerebbe però parlare del Diego Icona Pop. Artista vero nel senso letterale della parola con una eccezionale propensione ad essere uno showman ed un session man di rara bravura. Diego sul palcoscenico ci stava benissimo, era sempre al centro dei riflettori e la sua presenza scenica era eccezionale: su un campo di calcio, su un palco o in un’intervista. Le telecamere o la macchina da presa lo esaltavano. Maradona era della gente e sapeva concedersi in maniera devota, senza risparmiarsi.

Diego era bello, aveva un sorriso che ti conquistava ed uno sguardo magnetico. Non diceva mai banalità e soprattutto una volta smesso di indossare le scarpette ed i pantaloncini si è saputo trasformare in uno dei maggiori showman mondiali. Sapeva tenere alta l’attenzione in tutte le trasmissioni a cui partecipava, sapeva cantare e presentare. Ma soprattutto sapeva stregare. Lo abbiamo visto anche ballare e recitare. Diego sapeva fare tutto, perché il suo talento era quello di incantare. Il tutto in modo estremamente naturale. Maradona ci stava a suo agio nel mondo dell’intrattenimento e nello spettacolo semplicemente perché riusciva ad essere se stesso.

A Ballando con le Stelle abbiamo ammirato il suo rigore, la voglia di apprendere e la propensione al ballo. Angela Panico è stata un’ottima insegnante, ma lui un grande ballerino. Quello che faceva era sempre giocare. Giocare a pallone, giocare a ballare, a cantare. E lo faceva con una naturalezza incredibile. Quando poi trasmetteva la sua gioia era ancora più coinvolgente. Diego sapeva regalare sorrisi. Si consegnava in maniera devota alla gente. A chi lo amava ed a chi lo odiava.

Maradona era anche un ottimo cantante, era intonato e gli piaceva esibirsi. Il suo vibrato era dolce, melodico e disperato.

Quando canta la Mano de Dios nel film di Kusturica è elegiaco. Va sopra qualsiasi canone artistico, Diego canta ma sta meditando, quasi assurgendo ad una nuova dimensione. Le immagini immortalate dal regista serbo sono straordinarie. Come dice il mio amico Boris Sollazzo questa scena condensa tutta la vita post calciatore di Maradona. Un canto struggente, una voce che ci trasmette tutti i suoi tormenti. I finti amici ed approfittatori che salgono sul palco assorbendone in maniera indiretta la sua gloria, la sua indifferenza rispetto a chi gli mette le mani addosso credendo di essere un suo amico. La conclusione è la summa della sua vita, Diego implora sua moglie e sua figlia di salire sul palco, ma loro si rifiutano di condividere quei momenti. Diego si consegna agli estranei, al popolo e la sua famiglia può solo assistere e sperare che non si consumi nella sua autodistruzione.

Molti sono i tributi musicali, artistici a Diego. Il primo che mi viene in mente è quello improvvisato e raffazzonato di quando venne a Napoli. Maradona è megl e Pelè. Un testo semplice, ma diretto. La speranza che Diego ci faccia percorrere il sentiero della gloria. Tu si a chiav e ll’acqua!!! Fiducia incondizionata. Subito il popolo napoletano decise con chi schierarsi. Poi O mamma mamma mamma sai perché mi batte il Corazon. Napoletano e spagnolo che si fondono. L’urlo del San Paolo che cantava a squarciagola che si era innamorato perché aveva visto Maradona. Chi ha vissuto quegli anni non può non rivivere quelle atmosfere magiche quando riascolta queste canzoni. Diego è musica, gioia e incanto!

Maradona è megl ‘e Pelè

Ora nel momento del lutto, disperazione, lacrime e tormento dobbiamo celebrarlo. Nino D’Angelo ha saputo rendere in note e con la sua straordinaria voce e sensibilità quello che ha provocato la sua morte nei nostri cuori. Lui amico di Maradona e profondo conoscitore del sentimento popolare di una città che lo ha venerato ha elevato il coro da stadio di Diego per antonomasia in qualcosa che va oltre, come solo lui sa sa fare, rendendolo un motivo strappalacrime. Anche Andrea Sannino ha voluto trasformare il canto popolare usando la canzone di Nino D’Angelo – che nella sostanza è il vero inno della squadra di calcio – in tributo a Diego.

Insomma Diego è un artista, non solo nel calcio. E dei veri artisti si ammirano le opere. La vita privata, anche se tormentata è servita solo ad alimentare le opere che si sono prodotte. Ringraziamo Dio per aver vissuto in quest’epoca e per aver goduto appieno di questo showman che nella sua vita non è mai stato banale e dopo aver fatto magie in un rettangolo verde ha saputo consegnare il suo mito all’immortalità. Grazie Diego per tutto quello che hai fatto per noi.