
Quel gran genio del mio amico ha elaborato una teoria che mi ha intrigato molto e che riporto qui. Non cito il suo nome perché sono sicuro che gli darebbe fastidio, ma mi è piaciuta molto la sua idea su come gestire meglio il nostro tempo, coltivare senza filtri le amicizie ed i rapporti personali rinunciando del tutto ai Social ed a WhatsApp. Lui l’ha fatto veramente e vive in maniera serena lontano dall’Italia – quindi in teoria dovrebbe usare più degli altri i social – e si gode il suo tempo con la sua famiglia con serenità. In pochi punti mi ha spiegato come ha fatto e perché allo scroll infinito sullo schermo dello smartphone ha preferito una telefonata di 5 minuti ogni tanto a tutti i suoi contatti più cari. Ma l’importante è che siano 5 minuti d’orologio. Cronometrati. Non di più, forse di meno.
La voglio chiamare la teoria dei Cinque minuti. Five minutes per tornare ad essere noi stessi e riappropriarci del nostro bene più prezioso: il tempo! Invece di stare sempre con sto telefonino in mano ad aspettare chissà che cosa, bisogna chiamare le persone con cui vuoi rimanere in contatto, ma per non più di 5 minuti. Una volta al giorno, una volta a settimana, una volta al mese. Ma solo per 5 minuti e solo a quelli che vuoi davvero sentire. Così che si possa ascoltare il tono della voce, le sfumature, le esitazioni, l’emozione dell’interazione diretta. Come si faceva una volta. In questo modo si stabiliscono contatti più veri, ma soprattutto più profondi. Questa scelta di campo comporta rinunce dolorose, abbandonare abitudini consolidate che ormai fanno parte della nostra vita.
Basta Facebook, Instagram, Twitter, tiktok, pornhub e le news online si può finalmente decidere quanto, come e cosa vedere. Cancellarsi dai gruppi di WhatsApp dove purtroppo la maggioranza dei contatti manda SOLO: meme, template, contenuti instagram, tiktok o porno. Scelta dolorosa, ma che alla fine può portare a grossi vantaggi.
Il Metodo dei Cinque Minuti al telefono oltre a regalare delle emozioni nuove, ma antiche evita la sensazione di:
- Una comunicazione che rimane superficiale e banale che si riscontra nella stragrande maggioranza di tutte le chat
- Aver perso tanto tempo che potrebbe essere riutilizzato in maniera più costruttiva. Tempo che anziché dedicare al cellulare si può riempire con un film, serie tv , lettura di un libro, sport, una telefonata o addirittura una videochiamata di gruppo. Se ci va bene stiamo sullo smartphone almeno 4 ore a settimana che sono 16 ore al mese che nella migliore delle ipotesi si potrebbero riutilizzare anche solo per dormire
- Essere sfruttato e diventare parte di un algoritmo. Quello che scriviamo viene usato infatti per fare arricchire con indagini di mercato via la cd sentiment analysis
- Aver sprecato tempo per cercare di spiegarsi o per capire quello che realmente si voleva scrivere o dire all’amico di turno sui social. Davvero con una piccola telefonata di 5 minuti si scoprono particolari sulle persone molto più interessanti che 5 anni di emoji, tiktok e video
- Distruggersi gli occhi su un microschermo. Scrivere con una tastiera del telefono non é infatti molto pratico
- Di vuoto che spesso copriamo guardano il cellulare. Invece di prendere il telefono in mano quando “non ho niente da dare” si può provare a pensare alla giornata come si faceva prima, magari trovando nuove cose da fare in maniera più operativa
- Essere fraintesi. Sui social o su WhatsApp se si fa un discorso serio a furia di scrivere e di leggere frettolosamente i contenuti degli altri si viene equivocati, ed inoltre spesso e volentieri la comunicazione viene sostituita da fastidiose icone che generano ancora più confusione.
- Menare il can per l’aia. Un tempo gli sms andavano diritto al punto e la questione veniva spiegata in poche parole perché si pagavano. Oggi se si contatta qualcuno bisogna fare un giro assurdo ed usare i convenevoli di una sorta di galateo della chat. Si deve esordire minimo con un come va?… Poi aspettare la risposta… Se no sono maleducato… Poi salutarlo… Insomma era meglio prima. Adesso può servire dilungarsi ma solo in rari casi.
Questa la spiegazione nei minimi dettagli del Metodo dei 5 minuti. Non so se riuscirò a sposarla in tutti i suoi derivati o corollari, ma l’apprezzo e credo che tutti dovremo fare in modo da seguirla. Una sorta di esproprio dal basso della dittatura dei social e del telefonino che stiamo silenziosamente subendo nella nostra vita. Grazie amico mio olandese per avermi illuminato la strada proverò a seguire il sentiero che hai tracciato che però è stretto e pieno di insidie. Se ci sarò riuscito te lo farò sapere. Naturalmente con una bella telefonata: massimo 5 minuti.