Nino D’Angelo è pop. Questa è sempre stata la sua forza, quella di arrivare a tutti e farlo con la sua musica e dei suoi testi. Spesso è stato bistrattato da parte della critica snob che ha emesso dei giudizi superficiali e poco attenti, senza valutare affondo la sua produzione e senza entrare nei meandri dei suoi lavori e della musica che compone.

Nino D’Angelo è un maestro, negli anni ha costruito un repertorio vasto ed al centro dei suoi testi c’è sempre il sentimento. La sua produzione artistica è vastissima e spesso anche sconosciuta, ci sono alcuni pezzi che non hanno avuto la giusta cassa di risonanza. Nino il successo se l’è sudato e se l’è meritato. Sempre sulla cresta dell’onda nonostante le tempeste e le burrasche che ha dovuto affrontare. Grande merito per chi è partito dal basso per arrivare al top.

Gli esordi sono stati difficili, poi l’esplosione. Le sue canzoni, il caschetto biondo e la sua carriera d’attore nei B-movie degli anni ’80 lo hanno fatto conoscere ed amare al grande pubblico. Poi negli anni ’90 c’è stato il cambiamento ed una virata artistica che non da tutti è stata apprezzata. Ma Nino D’Angelo è un artista che non si ferma mai, che ha sempre una parola gentile e tanti consigli per tutti i suoi colleghi. D’Angelo rappresenta l’anima genuina di Napoli, l’essenza popolare che merita di essere celebrata.

E così ha fatto anche Jorit che ha dedicato un murales a San Pietro a Patierno – luogo di nascita di Nino – ad un artista sempre in continua evoluzione, che non si è mai fermato davanti agli ostacoli e che ha saputo sintonizzarsi con i vari cambiamenti della scena musicale ed artistica. Con Roberta Torre, regista del film Tano da morire, incide la colonna sonora aggiudicandosi un David di Donatello e un Nastro d’Argento. La sua poliedricità lo porta a non accontentarsi mai ed essere sempre alla ricerca del contesto migliore per esprimere la sua arte. Molto forte il suo contributo ad attività legate al mondo del teatro, della canzone e della cultura popolare napoletana. Nel 2013 per la prima volta sale sul palcoscenico del San Carlo per uno spettacolo dedicato a Sergio Bruni a dieci anni dalla sua scomparsa. Nel 2017 il San Paolo è tutto suo per festeggiare i suoi 60 anni e sono tanti gli artisti che gli rendono il giusto omaggio affiancandolo sul palco.

Nino D’Angelo è quello del caschetto, quello del ragazzo della curva B, quello che balla a 90 gradi con le braccia come se fossero le ali di un pollo, quello che duetta con Livio Cori a Sanremo cimentandosi con la Trap, quello che fa i concerti con Gigi D’Alessio, quello che incide testi sociali o che dà lustro alla musica etnica e popolare napoletana. Cantante, attore, direttore o semplicemente maestro. Nino D’Angelo rappresenta Napoli e l’essenza di una città che non è mai uguale a se stessa, ma che odia i cambiamenti.

Nino D’Angelo va assolutamente seguito anche sui suoi canali social perché è spontaneo ed ama mettersi in gioco, sa seguire le tendenze e a volte le anticipa anche. Gli piace giocare con il suo personaggio e non si nasconde mostrandosi esattamente così com’è.

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