Alle volte mi domando come è possibile che la nostra terra non riesca a produrre ricchezza in maniera esponenziale e non sia una fonte di reddito per una gran fetta della nostra popolazione. La Campania è un luogo incredibile di eccellenze. La bellezza della nostra regione è conosciuta nel mondo e giustamente le nostre città sono da sempre state mete di pellegrinaggio turistico. Si potrebbe fare decisamente di più, potremmo ampliare gli orizzonti se solo penso al litorale domizio tanto per fare un esempio, ma in ogni caso dal punto di vista delle attrattive turistiche c’è poco da invidiare rispetto a quello che si vede in giro per il mondo.

Il Covid19 sicuramente rallenterà la nostra estate che dovrà essere vissuta in maniera differente, le nostre mete turistiche saranno sempre ambite, ma tra protocolli, distanziamento sociale e mascherine credo che il turismo sarà almeno vissuto in maniera particolare. Spero in un approccio alla vacanza molto più local, con tanti campani che impareranno a vivere i nostri luoghi, anche per dare una boccata d’ossigeno alla nostra economia.

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Però oltre al turismo le grandi eccellenze campane sono quelle che ci regala la nostra terra. L’agricoltura ed i nostri prodotti dovrebbero essere maggiormente valorizzati. Valorizzati soprattutto da noi. Per mangiare bene, per dare merito ai nostri tanti produttori ed anche per vivere più sano. La terra ha i suoi tempi, ha le sue peculiarità ed i suoi frutti sono sempre interessanti. L’estate poi è l’apoteosi delle nostre produzioni. I pomodori su tutto. Dai San Marzano, a quelli di Sorrento a quelli del Vesuvio ideali per poi diventare il famoso piennolo natalizio. L’oro rosso che regala alla nostra cucina esplosioni di gusto esagerate. Le eccellenze sono ovunque, basta saperle andare a cercare. Il vino qui è sublime e le tante qualità di uva regalano al calice sfumature da degustare lasciandosi andare ad ardite degustazioni.

Ogni prodotto ha la sua stagionalità e la natura del nostro terreno – nella zona del napoletano essenzialmente vulcanico –  ci regala preziosi sapori. Sapori sicuramente non omologati.  La frutta e la verdura anche hanno caratteristiche diverse che andrebbero apprezzate e divulgate. Ma purtroppo il prezzo lo fa il mercato e spesso si preferisce non raccogliere perché diventa svantaggioso ed antieconomico farlo. Il mercato fagocita ed annulla le nostre eccellenze e così l’agricoltura muore quando dovrebbe essere un nostro punto di forza. Il tanto auspicato ritorno alla terra qui diventa una chimera irrealizzabile con troppi ostacoli e balzelli. Per questo si dovrebbe provare a valorizzare la cultura del kmzero.

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