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Si può non vivere per non morire? Questa riflessione molto profonda l’ho rubata a Bruno Di Pietro, poeta e giurista di grande fama, amante del Napoli ma soprattutto delle provocazioni. Stiamo vivendo un momento difficile e la ripartenza è comunque complicata. Dal 18 maggio le nostre libertà di movimento sono aumentate, ma al momento tra la gente c’è ancora molta circospezione ed attenzione.

L’emergenza sanitaria non è passata. Le restrizioni ci sono ancora, gli obblighi anche, ma è giusto autotarparci le ali ed avere paura di volare? Il rispetto delle regole in una società civile è la base, qui non si chiede di aggirare la legge o di non rispettare i precetti. La prudenza è sacrosanta. Mascherina e distanziamento sociale sono i due capisaldi, però una volta messo in chiaro questo è giusto interrogarsi su quale direzione vogliamo dare alla nostra vita ai tempi del covid19.

Sopravvivenza

Non siamo in fase1, non siamo in lockdown e ci stiamo riprendendo lentamente i nostri spazi. Alla faccia dei delatori del web e della vita. Ma un paio di interrogativi edonistici occorre porseli. Bisogna tornare a vivere? Bisogna stare a casa ed uscire solo per l’indispensabile? Chi si vuole divertire è un incosciente o un farabutto? Chi ha voglia di vedersi con gli amici è nel torto?

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L’etica del comportamento in questo 2020 è davvero molto labile. Conciliare i due estremi è complicato. C’è chi ha eccessiva voglia di vivere e chi ha ancora paura e vuole continuare a vivere sotto la sua capanna. Cosa è bene e cosa è male? Cosa sono i comportamenti irresponsabili all’interno del rispetto delle distanze sociali? Se i nostri giovani sono stati chiusi in casa per tre mesi adesso è giusto vietargli di cercare di divertirsi? I navigli ed i baretti sono diventati due luoghi di perdizione quando prima erano solo luoghi d’incontro. Bere in compagnia nella nostra civiltà occidentale è sempre stato incoraggiato. L’aperitivo da rituale magico è diventato il paradigma del male.

Le certezze si stanno sgretolando. La nostra vita perde dei punti di riferimento. Non si può uscire con gli amici altrimenti si viene additati come eretico. Questo succede nell’epoca del balconismo. Non si può fare una passeggiata. Non si può sorseggiare un drink. Non si può più andare al mare. Non ci si può più abbracciare. Non si può più baciare. Ecco abbiamo rinunciato a vivere per non morire. Chissà se poi alla fine sarà la scelta giusta e soprattutto chissà se questo virus ci avrà cambiati per sempre.