Il calcio si avvia lentamente verso una ripresa. Il Consiglio Federale ha deliberato ed ha palesato la volontà di riprendere con la serie A, la B ed anche la LegaPro. Un bel passo verso la normalità. Si proverà a recuperare tutte le partite e quindi a scongiurare quella che sarebbe una soluzione che personalmente aborro. Stava venendo fuori l’ipotesi di salvare la stagione attraverso l’introduzione dei play off.
Questa soluzione avrebbe trovato in me un tenace oppositore. Personalmente adoro i play off che rappresentano la summa di una stagione, l’apoteosi totale di uno sport che concentra in poche gare tutte le emozioni che un atleta ed un tifoso vorrebbe sempre vivere. Ma non nel calcio e non nella nostra serie A ai tempi del coronavirus.
Innanzitutto cambiare le regole in corsa rappresenta l’antisport. Se c’è una cosa che davvero non si può fare MAI per chi organizza campionati e tornei è cambiare i regolamenti durante lo svolgimento della stagione. Il regolamento è sacro. Quando Dio creò lo sport vietò questa possibilità e lo scrisse sulle sacre tavole.
E poi i play off hanno senso se si vuole dare un vantaggio a chi se l’è sudato e guadagnato durante la stagione regolare. Si lotta, si combatte e si vince durante il campionato per stare il più su possibile in classifica e giocare la post season con il vantaggio del fattore casa. Adesso mi spiegate che senso avrebbe arrivare primi se poi si gioca in stadi vuoti ed a porte chiuse? Sarebbe un’ignominia. Anche ai tempi del coronavirus.
Poi se tra qualche anno e senza un’emergenza sanitaria da gestire si vorrà cambiare la formula vecchia, trita e ritrita della serie A e provare a far vivere ai tifosi del pallone le emozioni che solo un patito di basket e sport americani come me vive ogni anno allora la riforma sarà ben accetta. Ma non in questa stagione che ricorderemo per sempre come quella con l’asterisco.