Qualche giorno fa ho lanciato sui miei social un sondaggio. La domanda era semplice e diretta. La serie A deve ripartire? Bastava un semplice Sì o un lapidario No.
Il campione ovviamente non era rappresentativo di un bel niente, ma solo di coloro che mi seguono, che mi vogliono bene e che avevano voglia di rispondere. Il risultato lascia poco spazio alle varie interpretazioni: tra Facebook, Instagram e Twitter il 68% di quelli che hanno avuto la cortesia di partecipare hanno palesato che non vogliono che il campionato riparta. Eppure le persone sollecitate da questo sondaggio le immagino coinvolte nella passione sportiva. Chi mi segue generalmente segue anche il calcio, anche solo per avermi ascoltato in radio o avermi visto in tv parlare delle gesta dei protagonisti dell’italico pallone.
Ora però viene il difficile, la decisione finale per la ripartenza della serie A deve essere presa a furor di popolo o deve essere ponderata valutando nei minimi particolari i vantaggi e gli svantaggi? Il ruolo della politica in questo momento è fondamentale. Bisogna abbandonare ogni forma di populismo e non prendere per oro colato quello che dice la pancia del paese. Oggi chi è contrario alla ripresa del campionato potrebbe cambiare idea tra un mese, per questo la politica deve valutare ed agire facendo la cosa più giusta. Sicuramente non sarò io a dare consigli. Non spetta a me analizzare il contributo che potrebbe dare la ripresa della serie A in termini finanziari ed occupazionali.
Personalmente posso solo dire che mi farebbe piacere rivedere calcio. Da sabato guarderò la Bundesliga, ed anche la Liga e la Premier che sicuramente riprenderanno. Quando tornerà l’Nba starò incollato davanti alla tv e pazienza se la nostra serie A nel frattempo avrà deciso di non ripartire. Mi auguro comunque che la scelta finale non sia del Ministro dello Sport ma dell’intero Parlamento – che rappresenta la nostra Nazione e che è stato eletto per prendere le decisioni più importanti – che a mio avviso dovrà prendersi la responsabilità finale. Questa è una disposizione troppo delicata da essere affidata agli organi preposti dello sport che sono ovviamente troppo coinvolti che per strafare o guardare al singolo orticello potrebbero sbagliare. Per me non dovranno essere il Coni, la Federazione o la Lega ad avere l’ultima parola.
Mi piacerebbe tornare a guardare lo sport avendo però la consapevolezza che quelli che riprenderanno saranno tornei falsati. So benissimo che sarà tutta un’altra cosa rispetto a quello a cui eravamo abituati, ma sinceramente in tempi di emergenza sanitaria e di covid19 mi accontenterei anche di questo piacevole surrogato.