Questa emergenza sanitaria ci sta facendo scoprire nuovi orizzonti. Innanzitutto in tv i palinsesti sono stati stravolti dal covid19. Giustamente la gente vuole sapere e questo porta le varie trasmissioni ad invitare tanti esperti che possono illuminarci su questo coronavirus. Finalmente medici, scienziati, epidemiologi affollano i nostri canali. Sono diventati di famiglia, abbiamo anche una sorta di confidenza con loro ed abbiamo imparato a conoscerli. Poi siccome ormai sono diventati personaggi entrando di prepotenza nelle nostre case è anche logico a pelle che sviluppiamo una sorta di antipatia o simpatia per alcuni di loro.
Proprio per questo motivo – anche se nessuno me l’ha chiesto – stilerò la mia personalissima classica degli scienziati del momento in tempi di covid19. Una sorta di top11 di chi preferisco. Perché non 10 come fanno tutti? Proprio perché lo fanno tutti. Ovvio. E come tutte le classifiche che si rispettano parto dalla posizione più bassa:
11. Fabrizio Pregliasco. Direttore Sanitario dell’IRCCS Istituto Ortopedico Galeazzi di Milano. Appare ovunque, non fa distinzioni di sorta e lo riconosciamo dalla sua immancabile felpa blu. Modi gentili, non cerca le polemiche. Toni rassicuranti, anche se sembra essere capitato sempre lì per caso.
10. Giovanni Rezza. epidemiologo dell’Istituto Superiore di Sanità. Non sembra uno scienziato per quell’atteggiamento disincantato. Sembra che sia capitato lì per caso e questo mi fa simpatia. Lavora per l’Istituto Superiore della Sanità e quindi da lui ci aspetteremmo risposte definitive, invece si muove sempre nella linea di mezzo. La sua battuta sulla ripresa del campionato di calcio ha gettato scompiglio. Ha fatto bene a ritrattare immediatamente.
9. Massimo Galli. Infettivologo, Dipartimento di Scienze Biomediche e Cliniche L. Sacco di Milano. Antipatico. I suoi modi da professorone universitario, bacchettatore e moralizzatore non giocano dalla sua parte. La sua polemica con il metodo-Ascierto non ha attirato certamente una sorta di benevolenza intorno a lui. Troppo autoritario nei suoi giudizi. Severo e scorbutico. Ma si vede che sa il fatto suo.
8. Walter Ricciardi. Consulente del Ministero della Salute, sulla gestione dell’emergenza Covid-19 in Italia. Passato da attore, adesso dà i consigli al ministro Speranza che poi è laureato in legge. Sa districarsi nei meandri della politica e le sue risposte non sono mai definitive. Non dà mai certezze.
7. Roberto Burioni. Virologo dell’università Vita-Salute San Raffaele di Milano. La vera star di questo coronavirus. Personaggio televisivo tout court sa muoiversi bene in tv e soprattutto sui social. Tweetstar se ce n’è una, spesso e volentieri casca nei tranelli del web, ma sa anche rialzarsi. In tv centellina le sue presenze e questo lo rende autorevole. Da Fazio a CTCF è diventato coprotagonista togliendo un po’ di luce all’esperto e vanesio conduttore ligure.
6. Nino Cartabellotta. Presidente della fondazione Gimbe. Non è un presenzialista, poche apparizioni in tv, ma su twitter è molto attivo. Smentisce bufale e fake news e le sue analisi in tema di coronoavirus sono sempre rigorose. Un punto di riferimento assoluto, anche perché analizza i numeri e le curve di contagio.
5. Silvio Brusaferro. Presidente dell’Istituto Superiore di Sanità. Quando c’è lui in conferenza stampa al fianco di Borreli mi tranquillizzo. Rigoroso, scientifico e sempre pacato. Spiega i fatti come se fosse uno di famiglia. Tono piatto e accomodante. Non regala mai false speranze ma non è neanche distruttivo. Una voce che ascolto volentieri. Quando dirà che è finita, sarà davvero finita.
4. Ilaria Capua. Direttrice dell’One Health Center of Excellence dell’Università della Florida. Lo scienziato più controverso in epoca di coronavirus. Personaggio affascinante anche per le vicende giudiziarie che ha dovuto subire. Una sorta di Robin Hood della scienza. I suoi toni sono sempre rassicuranti, parla con cognizione di causa e lo fa con i toni morbidi di una mamma che vuole tranquillizzare il figlio che ha paura. Promossa a pieni voti. Se mi dice che il covid19 è una forma semi-influenzale e che se ne può uscire presto personalmente io le credo!
3. Franco Locatelli. Presidente del Consiglio superiore di sanità (Css). Un mostro. Un gigante. Pendo dalle sue labbra. All’inizio dell’emergenza sanitaria il suo tono morbito e compassato unito a quella erre moscia mi facevano sorridere. Però le sue argomentazioni sono sempre rigorose. Parla da professorone e per questo si deve prestare solo attenzione alle sue parole. Nel suo ambito – quello dell’oncologia pediatrica – è considerato un luminare. Ha salvato tantissimi bambini e speriamo riesca a salvare anche noi.
2. Pier Luigi Lopalco. Epidemiologo, professore di Igiene dell’Università di Pisa e Responsabile delle emergenze epidemiologiche in Puglia. Lineare. Coinciso. Chiaro. Nelle sue interviste in tv lo preferisco. Sguardo sornione di chi la sa lunga. Risponde ai mille dubbi sempre con chiarezza estrema e rigore scientifico. Fuga ogni dubbio con autorevolezza. Anche quelli che sembrano più banali. Mi piace il suo modo di rapportarsi ai media e questa è un’arma vincente in materia di comunicazione.
1. Paolo Ascierto. Presidente della Fondazione melanoma e direttore dell’Unità di oncologia melanoma, immunoterapia oncologica e terapie innovative dell’Istituto tumori Irccs Fondazione Pascale di Napoli. Senza ombra di dubbio il mio preferito. Non per ragioni di contingenza territoriale o per orgoglio di patria. Ascierto è un’eccellenza campana e certamente non lo devo dire io. Sin dall’inizio dell’emergenza sanitaria è stato l’unico medico che mi ha fatto emozionare. Mi ha fatto piangere. Quando ha illustrato la sua intuizione è stato dirompente nella sua comunicazione. Rigoroso ma emozionale. Ha diviso i meriti e spiegato la genealogia del suo trattamento. Ha salvato tante persone dalla morte ed io per questo gliene sarò sempre grato e riconoscente.