unnamed

“Vedo in giro ancora tanti assembramenti”. Quante volte l’abbiamo sentito questa frase negli ultimi giorni? E via con foto e reportage fai da te per mettere alla berlina i cattivi. Sono sempre stato contro i censori, quelli che si ergono a paladini della giustizia senza averne titolo. Quelli che indicano, che bacchettano che sanno tutto loro. Quelli che lo fanno solo per il sadico gusto di rompere il cazzo. In periodo di quarantena poi questi signori, o signore, sono insopportabili.

Non si può uscire di casa e lo sappiamo. Per farlo devi avere un valido motivo e lo sappiamo. Se vai a fare la spesa devi stare a distanza di sicurezza e lo sappiamo. La televisione ci bombarda di queste informazioni ed inoltre la paura del contagio non permette atteggiamenti superficiali. L’Italia è in isolamento ed accetta queste limitazioni di libertà con grande dignità. Quindi visto che lo sappiamo perché rompete il cazzo? Se qualcuno è per strada avrà il suo buon motivo e non va stressato provando a farlo diventare un criminale.

coronavirus-napoli-2

Se qualcuno è per strada non va additato. Peggio se viene ripreso ad alta voce. Peggio ancora se viene ripreso o fotografato e messo alla gogna sui social. La nostra città è solidale. Accoglie e non respinge. Ma che vi sta succedendo? Ma davvero la “cattività” vi ha dato così alla testa? Dov’è finita la nostra proverbiale tolleranza?

Fanno bene allora le trasmissioni in tv a metterci alla berlina. Quelle che dicono che il Sud è un disastro, che se a Napoli dovesse scoppiare l’epidemia non sapremmo affrontarla e che Napoli è refrattaria alle regole. Da queste parti – come in tutti i posti del mondo – ci sono anche i coglioni ed i furbi. Ma la maggior parte delle persone rispetta le consegne e fa il proprio dovere stando a casa. E se esce è per lavoro o per fare la spesa.

5122511_1142_coronavirus_i_flashmob

Dai balconi facciamo le serenate, caliamo il paniere, facciamo i flash mob ma non inveiamo contro chi è giù. Usciamo migliori da questa emergenza sanitaria, non abbrutiti. Vi prego!