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Auguri Mina. Ottant’anni sono un traguardo da festeggiare. Festeggiare da sola, da vera diva quale sei. Magari lo farai ascoltando qualche suo successo sorseggiando un bicchiere di buon vino. Senza eccessi, ma con grande classe. 

Mina ha rappresentato molto per la musica italiana ma anche per la mia vita. Le prime cassette negli anni Ottanta che ascoltavo erano quelle delle sue canzoni. Una sorta di colonna sonora della mia gioventù. La sua musica, la sua voce, la sua figura eterea. Me la descrivevano come una divinità per la sua voce, per la sua presenza, ma soprattutto per la sua assenza.

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A 38 anni ha deciso di ritirarsi dalla scena e di cantare solo quello che la stuzzicava. Lascia nel 1978 dopo tante polemiche dopo la sua esibizione “ammiccante” di Ancora, ancora, ancora. Un segnale forte per chi criticava la sua arte, la sua personalità ed il suo modo di affrontare la vita. Di una bellezza unica, un sorriso coinvolgente. Mina è sparita ed ora ce la immaginiamo così come ci aveva lasciato avvolta da quell’alone di fascino e magnetismo che sicuramente non si cancellano con il passare del tempo.

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Auguri a Mina che in tempi di bigottismi e riformismi ha saputo vivere la sua vita infischiandosene delle convenzioni piccolo borghesi di un’Italia democristiana. Un’Italia che non tollerava che una donna potesse avere una relazione ed un figlio con un uomo già sposato in tempi in cui non esisteva il divorzio. Mina ha seguito il suo cuore e lo ha fatto con le sue spigolature. Si è messa in autoesilio rafforzando così la sua presenza proprio attraverso una mancanza che la musica italiana ha avvertito in maniera pesante. Festeggia e brinda anche per noi che siamo cresciuti ascoltando la tua voce celestiale.