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Gli Anni Più Belli è il classico film corale di Gabriele Muccino. Un intreccio di storie con amori, tradimenti, urla, rincorse e ricongiungimenti. Una commedia all’italiana dove i sentimenti sono descritti in modo manieristico. Film abbastanza banale e pieno dei soliti cliché di Muccino. Due ore in cui si passano in rassegna 40 anni di amicizia tra quattro personaggi descritti e raccontati in maniera totale. Dall’adolescenza all’età della maturità. Le urla, le litigate ed i tradimenti caratterizzano il racconto con tutti gli scazzi annessi e connessi. Alla fine si può fare una riflessione sul tempo che passa ma cinematograficamente non credo che sarà un film che passerà alla storia.

Nella prima parte c’è la storia dei 4 amici in epoca adolescenziale, l’ambientazione anni 80. La gioventù è bellissima, però il preambolo allo svolgimento della sceneggiatura è troppo easy e non aggiunge niente alla storia, anzi ne rallenta addirittura lo svolgimento. Il meglio del film arriva alla fine, con i personaggi diventati ormai maturi cinquantenni. Il tempo lenisce le ferite e riavvicina le persone – almeno nel film –  innescando vette sentimentalistiche che inducono alla riflessione ed alla commozione. Però la struttura non appare molto solida.

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Tra gli attori spicca la prova di Emma Marrone che nella parte della moglie di Santamaria esprime un cinismo ed una cattiveria trasbordante, non male per una neofita del cinema. Favino è bravo – e si sa – ma qui non eccelle. Santamaria ha il personaggio più affascinante, mentre Kim Rossi-Stuart e la Ramazzotti li abbiamo visti in parti migliori. Tutto sommato Gli Anni Più Belli rappresentano un’opera di passaggio di Muccino dove l’Amicizia, che è la vera protagonista viene tratteggiata con situazioni un po’ troppo stereotipate. Ma il tutto perfettamente inserito nei binari della classica commedia all’italiana.