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Ecco l’ennesima puntata della mia famosa rubrica “anche se nessuno me l’ha chiesto vi dirò”.… e questa volta vi dirò la mia su Carlo Ancelotti. Ecco il vento popolare, quello colpevolista che porta sempre a trovare un capro espiatorio, un unico colpevole di tutto ha già puntato il dito da tempo su Carlo Ancelotti come se fosse l’unico responsabile della situazione deficitaria in casa Napoli.

Invece in questa baraonda dove la società mostra il pugno duro ed i giocatori fanno la rivoluzione credo che l’unico in grado di salvare il salvabile sia proprio Carlo Ancelotti, ma sempre se ne avrà voglia. Ecco dopo i fatti del 5 novembre credo sia già un atto di grande responsabilità non aver rassegnato le dimissioni. Una guerra tra società e giocatori dove il tecnico si trova giusto in mezzo non è di facile gestione. Avrebbe potuto salutare tutti ed aspettare che la barca affondasse ed invece ha resistito al timone. L’arrivo di multe salatissime alla vigilia del match più importante dell’anno era di complicata gestione, ed invece ad Anfield è arrivata la prestazione che tiene il Napoli ancora in corsa per gli ottavi di Champions.

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In questa guerra totale Ancelotti le ha provate tutte per cercare di salvare capra e cavoli. Con saggezza e circospezione Ancelotti si è mosso tra esigenze societarie e rivendicazioni sindacali dei giocatori. Le ha provate tutte con l’arte della diplomazia, purtroppo inutilmente. Adesso però ha capito che bisogna sporcarsi le mani e visto che non si può piacere a tutti Carlo il buono è diventato Carlo il decisionista. Registrata la volontà popolare che gli imputa qualsiasi colpa, compreso il buco nell’ozono, il tecnico azzurro ha deciso di andare avanti tracciando lui la strada. Quando ti sporchi le mani poi non puoi essere simpatico a tutti ed il suo proverbiale buonismo si è trasformato in un decisionismo inaspettato.

Lo hanno accusato di tutto, lui non ha mai risposto. Dall’interno conosce le situazioni e sa che allenare un gruppo di giocatori dove ci sono due atleti rappresentativi in scadenza, cinque in semiscadenza ed altri tre ai quali era stato promesso un rinnovo non era semplicissimo, e nonostante questo bagaglio di conoscenze si è sempre assunto le sue responsabilità. Ha fatto da calamita, almeno fino a domenica sera dopo la sconfitta con il Bologna. Poi ha diviso le sue responsabilità con la squadra ed apriti cielo. Come si è permesso? Come ha fatto a dichiarare in conferenza che chi scende in campo con quella maglia è almeno correo?

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Ecco il giudizio popolare ha già condannato Carletto e proprio per questo lo difendo. Bisogna essere razionali ed agire di testa e non di pancia. Ancelotti ha sbagliato ed ha sottovalutato alcune situazioni ma ha onore, blasone e dignità. Ha vinto tutto e non per caso. Ma ha anche perso e lo ha sempre fatto con dignità. A Napoli sta vedendo la sua creatura annaspare e non riesce a risvegliare un gruppo che può dare molto di più. Ce lo aspettiamo tutti. Potrebbe togliere il disturbo e lasciare la patata bollente ad un altro ma non lo fa per senso di responsabilità. Qualcuno dice per soldi. Ma cosa deve farsene dei soldi uno che è tra gli allenatori più ricchi del pianeta delle ultime cinque mensilità di casa Napoli?

Detto questo sfido chiunque a trovare un tecnico che adesso riesca a cambiare le carte in tavola ed a riportare il Napoli in zona Champions. Leggo e sento tanti nomi. Escludendo Gattuso, Allegri e Spalletti che per vari motivi non accetterebbero mai di prendere il Napoli a dicembre chi potrebbe accettare un incarico così scottante  in corsa? Ecco prima di buttare qualcuno dalla torre facciamoci le domande giuste e riflettiamo sulle conseguenze. Poi se vogliamo accettare un traghettatore qualsiasi (non faccio i nomi per dignità ma chi legge sa a chi mi riferisco) allora gettiamo il bambino con l’acqua sporca e l’anno prossimo sicuramente avremo tutti il tempo di andare a cinema dal lunedì al venerdì sera.