Schiavo di una canzone. Alan Sorrenti è un’icona della musica pop, ma il suo nome è associato ad una sola canzone. Figli delle Stelle con quella melodia evergreen con quella voce modulata in maniera particolare, con quel semifalsetto entra nella testa e non ne esce più, anche a più di quarant’anni di distanza. Un pezzo che è nato nel 1977 e che è ancora un riempipista in qualsiasi serata disco che si rispetti.
Alan è un artista anomalo, la sua musica è sempre stata una profonda sperimentazione provando sempre ad essere un precursore delle varie tendenze. Ma nonostante il suo lungo percorso la sua canzone sarà sempre Figli delle Stelle. Nella sua carriera Sorrenti ha avuto grandi collaborazioni e molte idee, però ha preso anche tanti rischi professionali che però lo hanno fatto uscire un po’ dai radar del mainstream. Nonostante questo però ha conservato quella peculiarità di essere sempre al centro delle attenzioni dei vari deejay che nei momenti di difficoltà mettono sempre la sua traccia a garanzia di sicuro successo.
Come nasce Figli delle Stelle? Alan alza lo sguardo in una notte calda, guarda su e trae ispirazione dal cielo stellato. Figli delle Stelle è una hit che ha fatto ballare tante generazioni, ma ha anche radici nomadi visto che nasce in Africa, viene portata in California e si realizza in una calda estate romana.
Il fatto che poi in molti considerano Alan Sorrenti una meteora lo rende ancora più affascinante nel suo essere etereo, nel suo essere schiavo di una sola canzone. Alan Sorrenti è un artista bohemien che ha saputo sfruttare l’onda lunga di quel successo pazzesco di quella sua canzone che alla fine degli anni settanta ha davvero segnato un’epoca. Vive del suo mito ed è anche per questo che l’adoro, ma soprattutto mi piacciono anche gli altri pezzi che non siano Figli delle Stelle!