Terminata la sessantanovesima edizione del Festival di Sanremo con la vittoria a sorpresa di Mahmood è ora di tracciare qualche bilancio. Naturalmente si tratta di una personalissima riflessione dopo aver visto tutte le serate della kermesse presentata, diretta ed ideata da Claudio Baglioni. Il direttore artistico ha sicuramente dei meriti, ma dopo le due edizioni che ha curato devo dire che alla fine ha imbastito un ottimo Festival nella sostanza ma con un contorno troppo povero e autoreferenziale. Sulle sue competenze musicali e di selezione non c’è nulla da dire. Baglioni ha saputo scegliere per due anni ottimi artisti coprendo tutte le esigenze ed i gusti di un pubblico vasto e variegato mettendo insieme generazioni diverse di autori e cantanti strizzando l’occhio alle vecchie generazioni, ma anche ai giovanissimi. Un festival melodico, innovativo, che guarda al futuro ma anche al passato. In questo Claudio è stato bravissimo. Ha abolito il meccanismo che eliminava i cantanti per dare più dignità artistica a chi è salito sul palco, ma ha tolto a chi votava l’eccitazione della gara e dell’eliminazione. Quello che invece è mancato è tutto il contorno. I momenti di divertimento, di ospiti che sapessero dare una scossa ad una sorta di piattezza istituzionale. Solo Pio ed Amedeo hanno saputo svegliare dal torpore lo spettacolo che si basava troppo solo sulle canzoni e sui suoi interpreti.
Male Bisio e la Raffaele che hanno svolto il compitino e non hanno avuto nessun guizzo particolare. Gli autori hanno scopiazzato qua e là sketch in giro per il web e loro si sono adagiati. Il mix non funzionava. Una sorta di combo sbagliata che ha tolto spinta al Festival. Malissimo gli ultimi minuti dove la premiazione è stata troppo confusa e disorganizzata. Lo stesso Mahmood è rimasto spiazzato sia dalla vittoria che dall’annuncio raffazzonato ed approssimativo.
L’esito finale lascia il tempo che trova. Alla fine decideranno le radio ed i click. I vincitori reali si capiranno alla distanza. Mi è piaciuta molto la reazione di Ultimo – sfanculando tutti ma soprattutto i giornalisti che lo hanno privato della vittoria – che è arrivato secondo smentendo la massima biblica che vede gli ultimi che saranno i primi. Il cantautore romano ha accusato tantissimo anche perché il 46% del pubblico votante lo voleva vincitore. Malissimo il meccanismo che non fa trionfare chi era il preferito degli spettatori che da casa pagavano fior di euro per appoggiare i propri beniamini. La solita Italia snob che se ne fotte del popolo mettendo al potere chi è portato dalle élites.