Ritirare la maglietta di un campione che ha dato grandissime emozioni è un atto dovuto. Marek Hamsik lascerà Napoli dopo 12 stagioni e merita che la sua 17 non sia più indossata da nessuno. Il concetto è molto americano e capisco che non fa parte della nostra mentalità. Ma credo che il ritiro di una maglia condito anche da una bella cerimonia rappresenti l’essenza di uno sport così popolare ed amato come il calcio. Ovviamente allo stadio deve essere issato un vessillo che rimanga in modo permanente al San Paolo. Un effige della maglia numero 17 azzurra che sia da tramandare ai posteri a futura memoria. Così ovviamente come andrebbe fatto per la famosa 10 di Maradona. La 17 non dovrà mai più essere indossata da nessun altro giocatore. Nemmeno dal figlio di Hamsik se un giorno dovesse diventare calciatore e dovesse avere la fortuna di giocare per il Napoli.
Ritirare una maglia è una cosa seria e dovremmo farcelo spiegare dagli americani che faranno anche un sacco di cazzate però hanno una sacralità ed un rispetto per gli eroi dello sport che dovremmo anche solo in minima parte copiare e fare nostri. Una maglia ritirata è il giusto premio a chi ha dato emozioni. Una maglia ritirata è lì per sempre e deve essere ammirata da chi ha visto Hamsik giocare, ma deve essere lì anche per chi tra vent’anni entrerà nell’arena e si chiederà a chi apparteneva quel 17.
Lo sport è anche cultura, è racconto, è mitologia spinta. Ecco le maglie vanno ritirate per chi merita. Guai a chi vaneggia di rimetterle in gioco, una maglia ritirata lo è per sempre. In questo contesto ho sempre bollato come eretico chi proponeva di rimettere in gioco delle maglie che non ci sono più. La 10 di Maradona è di Maradona e basta. Lo stesso naturalmente dicasi anche per la 17. Non perdiamo troppo tempo, metabolizziamo la sua partenza per la Cina aspettiamo il giusto necessario e poi invitiamolo al San Paolo per renderlo protagonista di una cerimonia che deve rimanere nella storia.