Le nuove frontiere della musica italiana sono tutte da esplorare. Mi piace ascoltare artisti che fanno il loro percorso e provano ad uscire da una nicchia di fedeli ammiratori per diventare mainstream. Il fenomeno è interessante perché le varie correnti partono da situazioni regionali e radicate per poi evolversi attraverso il web, i social e le condivisioni diventando poi di largo consumo. Però questo fermento spesso viene frenato da chi ha in mano le chiavi dei classici canali di comunicazione. Si preferisce non rischiare e puntare sempre sugli artisti evergreen che hanno alle spalle un solido passato o che vengono spinti dal vento dei vari talent.

Ho spesso parlato del fermento che c’è a Napoli con tanti cantanti e gruppi che però preferiscono esprimersi in lingua napoletana e questo rappresenta purtroppo un handicap perché i vari network nazionali non rischiano su di loro facendoli restare nell’ombra. Questo blocca la loro crescita artistica in una dimensione nazionale, ma queste scelte di campo così radicali aiutano i fans a legarsi ancora di più ai propri beniamini. I Foja, Capone, La Maschera, Tommaso Primo tanto per fare qualche nome sono delle realtà talmente consolidate che forse in questa fase della loro carriera possono permettersi anche il lusso di non apparire sui palcoscenici nazionali.

A Roma invece c’è una corrente artistica che sta prendendo corpo e forma. Calcutta e The Giornalisti hanno aperto la strada, ma anche loro si sono affermati in un sentiero che avevano tracciato i vari Max Gazzé, Daniele Silvestri o Niccolò Fabi. Sono tante le canzoni che attraverso condivisioni, social ed una naturale empatia riescono a spaccare! Ad esempio Cuore, brano d’esordio del romano Clavdio  oppure altri singoli che hanno portato alla ribalta Carl Brave, Franco 126, Giorgio Poi e Pop X tanto per fare qualche altro nome. Questi artisti cantando in italiano anche se con una forte inflessione romana hanno avuto destino diverso, perché si sono conquistati passaggi radiofonici nazionali che ne hanno sbloccato la carriera. Carl Brave vanta già collaborazioni artistiche importanti ed ora si può tranquillamente definire un cantante mainstream. Clavdio ha la storia più intrigante visto che è un operaio metalmeccanico che all’improvviso attraverso i numerosi click ha attirato l’attenzione di tanti network mentre Franco 126 che con Carl Brave aveva un sodalizio artistico molto forte con la sua Frigobar ha dimostrato di essere forte e di saper camminare sulle proprie gambe.