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Perché non si riempie più il San Paolo? Un Napoli così bello e così continuo non si vedeva da tempo ed invece l’impianto di Fuorigrotta sono anni che difficilmente registra il tutto esaurito. Benitez, Sarri ed Ancelotti hanno guidato squadre vincenti ed affascinanti, ma i sold-out si contano sulle dita di due mani, forse una nell’ultimo biennio nonostante i continui successi sul prato verde. Neanche l’urlo della Champions rappresenta più una forte attrazione.  Inspiegabilmente, soprattutto se si pensa a vecchi cliché che fanno riferimento al tifo napoletano come il più bello e più caloroso. La retorica del calcio che vede il pubblico sugli spalti come il dodicesimo uomo in campo da queste parti non vale più. E purtroppo non vale da molto tempo. Quali sono i motivi di questo fenomeno? Sempre difficile provare a spiegare cosa spinge un tifoso a recarsi o meno allo stadio. Proviamo ad analizzare i motivi, anche se è sempre pericoloso e complicato cercare di generalizzare un atteggiamento che riguarda persone singole messe insieme e quello che vale per uno potrebbe non valere per l’altro.

  1. Lo stadio è fatiscente.  Il San Paolo non è accogliente, non ci sono i bagni ed è scomodo sia da raggiungere che da frequentare. Tutto giusto. Però l’impianto di Fuorigrotta era scomodo, inappropriato e difficile da raggiungere anche venti e trent’anni fa. Non è cambiato nulla, solo il fatto che prima l’impianto si riempiva sempre mentre adesso avviene raramente.
  2. Andare allo stadio è caro. Spesso e volentieri in un periodo di crisi è difficile reperire i fondi per qualcosa che può considerarsi un lusso. Però andare a vedere una partita live dà delle emozioni e delle sensazioni impareggiabili. Partecipare ad un evento collettivo così coinvolgente alle volte è considerato più una necessità che un vezzo e proprio per questo motivo per non perdersi questo tipo di adrenalina si fanno i sacrifici per andare lo stesso allo stadio nonostante il fatto che il portafoglio sia vuoto.
  3. Più facile guardare la partita in tv. Il divano è sempre il divano. Spesso e volentieri abbiamo un rapporto morboso con l’accoppiata quasi catartica sofà-tv. Ormai la visione è talmente perfetta che rinunciarvi costa fatica e spesso si sceglie di guardare la televisione anziché lo stadio proprio per non rinunciare a questa sorta di simbiosi. Poi se fa freddo ti prendi una copertina di plaid e non batti i denti come quando sei su un sediolino scomodo e duro. E poi con il pezzotto non è più neanche così caro guardare il calcio in tv…
  4. La fruizione del match è diventata collettiva e rituale, anche senza spalti.  Lo zoccolo duro da “animale da stadio”  si sta sempre più assottigliando. Adesso la partita sta diventando un rito collettivo e rituale ma in un altro contesto. Si preferisce guardare il match sempre con la stessa compagnia. Riunirsi in una casa, in un bar, in un club per rivivere la stessa atmosfera dello stadio senza però essere allo stadio. Emozionante e comodo allo stesso tempo. Si vivono le stesse scaramanzie, gli stessi tic ribadendo live i propri convincimenti come se si stesse al san paolo. Poi al gol del Napoli si esulta in modo cameratesco proprio come se si stesse sugli spalti.
  5. Per antipatia. L’essere contro, l’essere perennemente in protesta. L’istinto masochista all’autoflagellazione. Rinunciare ad una cosa che ci piace per fare un dispetto. Un dispetto a se stessi ma per la coerenza di mantenere un principio. Mi è antipatico il presidente, il club, un allenatore, un giocatore. Mi è antipatico chi va allo stadio. Sentimento di protesta che però poi spesso e volentieri sfocia in tafazzismo autolesionistico.

Voi perché non andate? Qual è la vostra motivazione? Quale delle cinque opzione si avvicina di più alla scelta di disertare il San Paolo?