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La strana parabola di Andrea Bargnani che da poche ore ha festeggiato i suoi 33 anni. Giocatore immenso, di una classe sopraffina, tiro micidiale dalla media, testa sgombra e forse carattere troppo docile in un mondo di leoni pronti a sbranarti. Il Mago aveva una grande qualità: faceva delle cose difficili in maniera talmente naturale da farle diventare semplici. O almeno così sembrava. Ettore Messina si innamorò di lui e lo proiettò nel grande basket a soli 18 anni nel 2003. Maurizio Gherardini lo portò nel dorato mondo dei professionisti. Prima scelta assoluta nel draft del 2006 dell’Nba con i Toronto Raptors, ha realizzato quasi 8000 punti tra i professionisti ed ha giocato in Canada ed a New York, prima sponda Knicks e poi ai Nets. Ma dopo una carriera così eccezionale e dopo aver firmato una serie di contratti a cifre importanti ha smesso. Andrea è da un anno che non cerca squadra, si è semplicemente rotto il cazzo di giocare a pallacanestro.

Avrà dato più valore ad altre cose, avrà deciso semplicemente di godersi la vita, avrà forse deciso di togliersi dai riflettori e prendersi qualche sfizio. In ogni caso non gioca più ed ha solo 33 anni. Ormai le ultime stagioni della sua carriera erano diventate quasi insopportabili. Le critiche che gli piovevano addosso erano fortissime. In Nba ed anche in Nazionale si faceva sempre riferimento al fatto che Bargnani spariva nei momenti topici, che tendesse a fare un passo indietro in difesa e che non possedesse la giusta aggressività. Spesso le critiche erano troppo pesanti ed anche ingenerose. E così lui che fa? Si toglie dalla ribalta, fa un passo indietro e si eclissa. La Rivoluzione di Andrea che semplicemente decide di non farsi più il sangue amaro sapendo benissimo di avere già la pancia piena. Una sorta di diritto all’oblio per uno che non ama i riflettori e la vita social. Una scelta che ai più risulta quasi incomprensibile, ma che alla fine è solo da apprezzare. Bargnani si è osservato dall’esterno, ha cambiato il suo punto di vista e si è posto in una posizione defilata rispetto a quello che stava vivendo. Basta basket e basta ai rompicoglioni sempre pronti a puntare il dito.

Ora però sarebbe curioso capire se ti è passato il fuoco sacro della passione per lo sport della palla a spicchi. Andrea ti sei davvero divertito sul parquet? Andrea ti è piaciuto quello che hai fatto o ti annoiavi a farlo? La tua espressione imperscrutabile non aiuta a rispondere a queste curiosità. Spero però di vederti presto giocare in un campionato Uisp o in una Prima Divisione, solo per il piacere di infilare la retina e di divertirti con i tuoi nuovi compagni di squadra.