place

Cosa sei disposto a fare per ottenere ciò che vuoi? Il film parte da questa domanda che spesso rimane sospesa nella nostra coscienza. Paolo Genovese è stato bravo nel mettere in scena un dramma intimo ed al limite del claustrofobico che ci svela le nostre debolezze e la nostra forza. Lo fa attraverso una carrellata di personaggi interpretati dai migliori attori italiani. Scavare nel torbido per metterci alla prova. La felicità esiste? Si può raggiungere? Ne vale la pena provare ad afferrarla? Ma soprattutto è vera felicità? Valerio Mastandrea è mefistotelico nel suo modo di fare. Un diavolo angelico dei giorni nostri, ti invita a compiere azioni che portano alla tua potenziale felicità, annientandoti. Azioni forti, illegali, che ti mettono alla prova. The Place ti mette in contatto con il tuo lato oscuro, te lo fa percepire e questo può spaventare. Tutto girato in un solo posto, the place è un posto anonimo. Un bar che potrebbe trovarsi a Berlino, Amsterdam, Roma o negli States. Il luogo non è importante, ma l’anima sì. La scena non cambia, il grigio prevale. Il grigio e la pioggia. Di notte. Senza fronzoli o colori che possono distrarre.

Ed anche se è un rifacimento di una serie web americana, The Place resta unico nella sua particolarità. Il film non ha avuto un particolare successo, sia di pubblico che di critica, quando è uscito, ma rimane l’apprezzamento per un regista che ha voluto rischiare e non cedere alle lusinghe paracule di realizzare un film banale e scontato dopo il successo di Perfetti Sconosciuti.