Con Sarri ufficialmente al Chelsea finalmente possiamo iniziare questo perfido gioco che avevo in mente da un po’ di tempo. Meglio Ancelotti o Sarri? Non dico come allenatori, anche perché c’è poco da discutere sulla loro comprovata bravura, ma mi riferisco alle due filosofie di vita. Non chiederò a chi legge neanche di schierarsi. Proverò solo ad analizzare i due modi differenti di rapportarsi con il calcio ed il loro diverso rapporto con tutto quello che non è il rettangolo di gioco.
Sarrismo o Ancelottismo? Personalmente non ho neanche un dubbio. La mia onestà intellettuale mi porta a dire che avrei scelto l’approccio di Ancelotti anche se non fosse stato l’allenatore del Napoli ed anche se in questo momento sulla panchina degli azzurri fosse rimasto Sarri. Ancelotti l’ho sempre adorato ed ammirato. Credo che al di là degli schieramenti, una persona come lui nel mondo del calcio sia una vera e propria manna dal cielo. Affronta il campo e le situazioni problematiche con una sicurezza ed una calma che mi fanno invidia. Nessun isterismo, ma professionalità, flessibilità e competenza sono le sue armi vincenti. Ancelotti è un leader che impone le sue idee con il sorriso. Non si mette su un piano diverso rispetto ai suoi giocatori ma li affronta come se fosse uno di loro, e la stessa cosa si può dire quando si rapporta con la società. Nessuna soggezione e si pone in rapporto paritetico anche quando ha avuto presidenti molto invadenti. Ascolta tutti ma alla fine decide sempre lui, però lasciando l’illusione al suggeritore di turno di avere avuto l’intuizione giusta.
Sarri per quello che riguarda le cose di campo è insuperabile. L’impronta che sa dare al suo gioco crea una profonda distinguibilità. Però tante tra le cose che porta in eredità il Sarrismo non mi sono mai piaciute. Innanzitutto l’arroccamento, il nascondersi ed il crearsi sempre tanti nemici intorno non l’ho mai gradito. Il concetto di affrontare il calcio come se fosse una guerra mi sembra un’iperbole inutile, anche se redditizia. Ma la retorica della battaglia porta con se tanti aspetti negativi. Anche in conferenza – quando ci si presenta davanti alle telecamere – l’atteggiamento è sempre di scontro e questo non fa che aumentare la distanza.
Ecco per sommi capi le grandi differenze tra Ancelottismo e Sarrismo e sinceramente la mia preferenza è verso la Rivoluzione attraverso la gentilezza che mette in campo Ancelotti. Mi piace il pensiero che per ottenere i risultati non bisogna avere per forza un atteggiamento aggressivo. Mi piacciono gli uomini di pace, che cercano di essere concilianti e non quelli che agiscono con la sciabola in mano. Anche perché sono sempre convinto che si può arrivare al Palazzo anche citofonando e non per forza sfondando il portone.