Su quel palco del San Paolo giovedì 7 giugno c’era Pino Daniele? 

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Non c’era. Ma comunque abbiamo assistito ad uno dei più grandi tributi mai realizzati per un artista italiano. Pino amava i duetti e le collaborazioni, e sul palco c’erano molti degli artisti con i quali ha condiviso palco ed esperienze. Però lo spettacolo ha creato dibattito ed ha scatenato i leoni da tastiera che non hanno perso occasione per versare fiumi di veleno su questo tributo. Sui social leggo troppe critiche, alcune pretestuose, alcune prevenute.

Forse è un fatto culturale, infatti Napoli – ricordiamolo – è la patria del “se lo facevo io veniva meglio”. Siamo sempre pronti a criticare perché è nel nostro Dna. Siamo però anche orgogliosi (e molto permalosi). “Pino è” ha coinvolto più di 50 artisti di livello eccezionale. Napoli per un giorno è diventata la capitale della musica. 45mila persone tra spalti e prato sono state rapite dalle note della musica di Pino Daniele per oltre 4 ore. RaiUno ha trasmesso in diretta l’evento e 9 network radiofonici ne hanno seguito l’evento fin dal primo pomeriggio. Senza poi considerare l’aspetto più importante: incasso e sms solidali hanno portato soldi a iniziative ed associazioni care a Pino ed alla sua famiglia.

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Le critiche però sono piovute impietose. Quella che più mi ha fatto sorridere è che i pezzi di Pino cantati dai vari artisti che non erano Pino non erano come quelli cantati da Pino. Ma siamo alla fiera dell’ovvio? Com’era ovvio che cantanti che non sono di Napoli non cantano bene in napoletano. Grazie al… sischio

Ma perché riusciamo sempre a rovinare tutto producendoci in inutili e sterili polemiche? Perché non ci facciamo trasportare dalle emozioni? Perché non diamo merito a chi su quel palco è riuscito a trasmettere emozioni uniche? Fiorella Mannoia, Irene Grandi, Massimo Ranieri, Eros Ramazzotti, Enzo Avitabile, James Senese sono stati eccezionali.

Poi per carità ci sono cose che non sono andate bene. Ma era difficile che tutto filasse liscio. 50 artisti che si alternavano tra scaletta, ordine di entrata, prove audio, luci. Tutto molto complicato, quindi era molto probabile – così come poi è accaduto – che ci fossero dei problemi o degli intoppi. Anche qualche scelta artistica non è stata indovinata. Sinceramente è antipatico sottolineare le storture, non le menziono per ragioni di spazio, ma sapete bene a cosa mi riferisco. Se solo devo sottolineare una cosa non mi è assolutamente piaciuta è l’ordine di apparizione dei cantanti. Non è possibile che gli artisti napoletani, quelli che hanno collaborato con Pino per tutta la sua vita siano stati relegati dopo la mezzanotte in orario da erotomani incalliti. Qui la Rai ha sbagliato. Capisco privilegiare le uscite di Ramazzotti, JovanottiNegramaro, ma si poteva e si doveva prevedere un ordine di uscita più bilanciato. Per il resto W Pino e tutte le emozioni che sa sempre regalarci!