Cosa resterà di questi tre meravigliosi anni di Sarrismo? Al di là dei risultati sportivi, dei due secondi posti e dei tre record di punti consecutivi, resterà uno splendido affresco naif dedicato alla bellezza. Una bellezza eterea, sfumata, inafferrabile. Una sensazione di aver vissuto qualcosa di straordinario. Una lunga emozione intensa e disperata. Un sentimento collettivo di partecipazione e voglia di ribaltare quello che è sempre stato e che sempre sarà. Il Napoli di Sarri era l’eccezione. Era un’idea al potere. Una rivoluzione. Il Napoli di Sarri aveva una missione. Incantare.
Sarri è tutto quello che il mondo del calcio sta cercando di rigettare. In un mondo dove la finzione regna, Sarri aveva mandato il sistema in cortocircuito. Rude, grezzo, diretto, scaramantico, in tuta, con il mozzicone di sigarette tra le labbra. Sarri non ha amici, non ha amici degli amici. Un uomo solo al comando attraverso la dedizione, il lavoro, la ripetizione ossessiva e la chiusura verso ogni tipo di situazione esterna. Sarri non usa i social, è l’anticomunicazione fatta persona. Scaramantico all’ennesima potenza si affida in maniera irrazionale ai propri rituali che servono a dare forza alle sue convinzioni. Maurizio Sarri va contro. Andare contro è la cosa più scomoda che si può fare nel mondo del calcio. Sarrismo e Rivoluzione. Il suo anticonformismo stona in un mondo dove si parla per frasi standard. Il suo è un animo nobile sporcato dalla sua irrefrenabile voglia di spezzare le catene. Il suo è più un personaggio letterario di un romanzo di Bukowski che la figura di un allenatore di Serie A che deve essere obbligatoriamente politically correct davanti alle telecamere di nostra signora dei salotti tv che spesso si veste in tailleur bianconero. Lo scandalo dell’essere uomo libero, dedito al lavoro, scandaloso, asociale e solitario ha reso Sarri umano ed accessibile agli occhi delle folle. Il popolo azzurro ha apprezzato e si è ritrovato in tutte le sue umane debolezze. Sarri è stato adottato dai tifosi del Napoli. In lui ci si può identificare molto di più che in quei fighetti che siedono su panchine importanti che vestono firmato e che non sono mai andati al supermercato a fare la spesa.
Sarri è il popolo, Sarri è la rabbia di chi manda a fanculo chi compie soprusi e nefandezze. Sarri è quello che viene denigrato dai ricchi perché non conosce il bon ton. Mister Sarri buona fortuna qualunque cosa tu decida di fare. Le tue debolezze e le tue incertezze sono le stesse che proviamo noi quando non ci sentiamo all’altezza. La tua voglia di smentire tutti i preconcetti è la stessa che ci mettiamo noi quando vogliamo dimostrare il nostro valore in un mondo di raccomandati. Adieu Sarri e grazie di averci fatto credere che nonostante tutto potessimo arrivare fino al Palazzo!