Vado a votare ininterrottamente dal 1992, mai saltato un tornata elettorale. Ogni volta che siamo stati chiamati alle urne mi sono presentato con solerte puntualità. E sicuramente non rinuncerò a questo mio diritto il 4 marzo.
Avevo però già intuito che qualcosa non andava quando andavo a mettere la mia X per i vari referendum. Ho votato per l’abolizione del finanziamento pubblico ai partiti (1993), sulla privatizzazione della Rai, sulle pubblicità durante i film e sulle concessioni televisive (1995), sull’abolizione dell’ordine dei giornalisti (1997 quorum non raggiunto), sull’abolizione delle trattenute associative e sindacali in busta paga (2000, quorum non raggiunto), sull’abrogazione sulla servitù coattiva di elettrodotto (2003, quorum non raggiunto), sull’acqua come bene comune ed il divieto di affidarla ai privati (2011) ed anche sulle trivellazioni in alto mare (2016, quorum non raggiunto). Qualche volta non capivo neanche cosa mi si chiedeva in quei quesiti così astrusi, ma andavo lo stesso a votare. Però i conti non sono mai tornati. Se, ad esempio, insieme alla maggioranza degli italiani abbiamo deciso per l’acqua come bene comune perché invece mi ritrovo solo società private – con il Comune di Napoli unica eccezione – che gestiscono le risorse idriche in Italia?
Le cose sarebbero potute andare meglio almeno con le Elezioni politiche amministrative, regionali, provinciali, comunali o europee. Ma non ne sono così sicuro. Andare a votare è un dovere, c’è chi è morto per far sì che questo fastidio, come lo percepiamo adesso, diventasse invece un diritto. Ma alle volte la democrazia è così sopravvalutata. Ci illudono che contiamo qualcosa mentre invece il cittadino italiano fondamentalmente non conta un cazzo. Il 4 marzo andremo a votare con una legge elettorale ridicola, con questo Rosatellum non decidiamo davvero nulla. Possiamo mettere al massimo una X sulla scheda ed approvare delle scelte fatte da altri, nelle segrete stanze dei bottoni. Verranno eletti personaggi discutibili, ma anche brave persone, essenzialmente però non decise da noi. Per questo non stiamo assistendo a campagne elettorali aggressive, comizi di piazza, spot in tv o in radio. Nessun social media manager lavora per bombardarci di sponsorizzate sui vari social. Tutto inutile perché tutto già deciso a tavolino. Il Rosatellum è la legge truffa fatta da chi non vuole perdere la poltrona e vuole continuare a decidere senza il reale consenso popolare. Cosa potrà cambiare dopo il 4 marzo? Solo qualche alleanza elettorale fatta per governare in modo traballante questo paese per altri 5 anni. Altri 5 anni di privilegi accumulati, pensioni d’oro, potere da dividere e contatti da rinsaldare. Il Rosatellum è la morte della democrazia, perchè si fa finta che sia frutto di una scelta democratica. Insomma andiamo a votare domenica prossima ma non mettiamoci troppo il pensiero che cambierà qualcosa chiunque dovesse vincere.