Una prigione dorata all’interno della quale si sviluppano storie e tensioni familiari. “A Casa Tutti Bene” è il nuovo film di Gabriele Muccino che si affida ad un cast eccezionale per valorizzare un soggetto un po’ debole. Ma ognuno dei suoi personaggi attraverso un’interpretazione solida e credibile dà vita ad un film che si lascia vedere e che coinvolge. La storia si ambienta in una splendida isola (Ischia, anche se non viene mai nominata) dove si celebrano le nozze d’oro di una coppia che incarna la perfetta fotografia della medioalta borghesia italiana – categoria in via di estinzione – diventata ricca attraverso il lavoro e la fortuna. “I primi venti minuti” sono quelli dove si dicono le verità in libertà, dove non ci sono i freni e ci si mette a nudo. Questo secondo il personaggio di Accorsi, ma nel traslato del film i primi venti minuti bastano a stento per farci capire chi sono i venti personaggi che si muovono sempre insieme e contemporaneamente sul set.
Personaggi che non possono avere la giusta profondità attraverso una bilanciata introspezione psicologica. Un tratteggio accennato anche per colpa dell’affollamento del set. Nonostante questa premessa in A Casa Tutti Bene emergono attori come Massimo Ghini, sottile nel descrivere con leggerezza e profondità il suo personaggio affetto da Alzaimer, Stefania Sandrelli, madre saggia che guarda tutto ma non giudica, Sabrina Impacciatore, bravissima nel far capire come il suo personaggio sia sempre al limite, sempre sul filo. Pierfrancesco Favino è una garanzia e Muccino dà un po’più di luce alle controversie familiari del suo personaggio diviso tra due mogli totalmente diverse tra loro. Qualcuno ha visto in Favino anche una nota autobiografica di Muccino che sinceramente non so se condividere. Però in questo film non c’è la giusta tensione che ci si aspetterebbe in una storia con così tanti bravi attori. Ognuno resta sulle sue posizioni, non c’è né redenzione né assoluzione. Un film corale che si lascia guardare ma che non ti rimane sottopelle, ti scorre addosso quando invece avrebbe potuto penetrarti solo se ci fosse stata maggiore intensità o minore affollamento della scena. Muccino ha voluto strafare e forse questo è stato l’aspetto peggiore di una pellicola comunque riuscita.
Lucio ho apprezzato la tua recensione. Se ti va puoi leggerti anche la recensione di A casa tutti bene che ho pubblicato oggi sul mio blog wordpress Cinefiliinserie.
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con molto piacere…
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