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Il Var è la medicina. Chi è contro il Var non vuole che questo calcio malato guarisca. Il Var però è uno strumento. Il bisturi è uno strumento, ma se lo usi male puoi anche uccidere. Questa è la sottile differenza. Chi è contro l’introduzione della tecnologia vuole l’errore, vuole la polemica, vuole l’ignoranza, ma soprattutto vuole vivere nel passato. Quali sono gli errori più gravi di questo campionato? Quelli in cui non è intervenuto il Var, ma solo il silent check. Difficile trovare l’errore quando l’arbitro sollecitato dalla cabina-regia è andato a rivedere il video a bordocampo. Poi è  ovvio che possono capitare le sviste, tipo a Crotone o a Torino nel derby di Coppa Italia, ma il saldo è nettamente positivo, soprattutto se si considera che questo è il primo anno in cui è stato introdotto questo strumento. Fase sperimentale e protocollo da migliorare sono due elementi da tenere nella giusta considerazione. Per l’arbitro poi il Var dovrebbe essere una manna dal cielo ed invece viene spesso osteggiato in maniera subdola.

Il mio grande amico Franco Di Stasio, medico di grandissima fama e bravura, per farmi capire quanto sia delittuoso da parte degli arbitri boicottare il Var mi fa sempre un esempio. E’ come se un medico bravissimo si fidasse dei suoi studi e della sua comprovata esperienza e non volesse avvalersi degli esami strumentali. Il dottore anche se ha la certezza che il paziente abbia una frattura dopo una prima occhiata accurata, comunque prescrive una radiografia per togliersi ogni ragionevole dubbio. Ecco questo è il Var. Un aiuto incredibile che permette di evitare l’errore. Poi per carità ci può essere anche una radiografia interpretata male. Ma è una rarità e non la norma. Quindi W il Var e per questa mia convinzione invito gli arbitri a non aver timore: anche se siete certi di quello che avete fischiato non esitate ad andare al monitor. Non sarebbe un segno di debolezza, ma una grande prova di forza e professionalità.