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Avvoltoio su banderuola

Chi sono i nemici del Napoli? Spesso sento questa funesta espressione facendomi venire voglia di approfondire l’argomento. Mi intriga sapere chi sono quelli che vogliono male al Napoli anche perché sembra che ce ne siano tanti in giro. Gianfranco Lucariello li chiamava i Sapientoni, mentre Carlo Alvino preferisce appellarli i Professori del Piffero. Sono definizioni per una categoria di persone specifiche: ovvero quelle che salgono su un piedistallo giudicando in modo negativo quello che fa il Napoli, oltre al piedistallo a dare fastidio è il tono di supponenza. Spesso e volentieri da queste persone arrivano bordate  pretestuose e forzate, quasi inspiegabili. Sinceramente non definirei nemici del Napoli quegli addetti ai lavori che talvolta sostengono tesi eccessive che possono influenzare anche il pensiero dei tifosi. Ma in questo caso specifico credo che sia solo un comprensibile gioco delle parti che serve a chi ospita questi personaggi.

Con l’espressione Nemici del Napoli mi riferisco essenzialmente ai tifosi che parlano per partito preso male degli azzurri. Un po’ avvoltoi, un po’ gufi, un po’ banderuole. Diciamo una sorta di fuoco amico.  Ma quello che da sempre mi colpisce è proprio la contrapposizione interna. Come se si sentisse il bisogno di creare varie correnti all’interno della stessa passione. Neanche il PD riesce a dividersi così tanto come succede all’interno del tifo per il Napoli.  C’è il partito del presidente e quello degli anti. Quelli che  non sopportano Reina, quelli che Hysaj è un giocatore sopravvalutato. Quelli che senza Milik il Napoli è morto, quelli dell’Insigne è solo un cafone di Frattamaggiore, quelli che Hamsik non ha le palle, quelli che Maggio non ha mai azzeccato un cross, quelli che il Napoli dovrebbe stare sempre sul mercato a comprare giocatori. Quelli che Callejon non ha mai fatto un dribbling, quelli che Mertens non passa mai il pallone. Quelli che gli altri sono sempre meglio, quelli che Jorginho è troppo leggero, quelli che il Napoli non ha la panchina, quelli che Sarri con quella tuta e quelle parolacce fa fare una brutta figura. Sono tanti anni che faccio trasmissioni dove registro l’umore dei tifosi. E questa sorta di contrapposizione interna l’ho sempre avvertita e mi ha sempre sorpreso. Il famoso Spalla a Spalla di beniteziana memoria o quel motto che recita “uniti si vince” qui purtroppo è inapplicabile. Come se  ci facessimo sopraffare dalla cultura del lamento che è tipica delle nostre parti. Non ci va bene niente e lo manifestiamo. Non ci va bene neanche una squadra che in un anno solare fa 99 punti in campionato. Ma non ha vinto niente, il presidente non vuole vincere, Sarri ha già le valigie pronte, o quest’anno o mai più. Insomma non riusciamo a goderci il momento e vogliamo sempre guardare al bicchiere mezzo vuoto. Ecco vi aspetto al varco il 20 maggio. Sarà curioso guardare le reazioni dei nemici del Napoli qualsiasi risultato arriverà dal campo…

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PS: Napoli è l’unica grande città d’Italia che non ha una seconda squadra e questo secondo me influisce sul pensiero di qualcuno. Il Napoli ha acquisito – volente o nolente – una fortissima identificazione con il territorio e con la città, cosa che avviene abbastanza raramente (anche se ci sono alcune eccezioni tipo Fiorentina, Atalanta ed in parte anche Roma). Conseguenza di questo ragionamento è che chi non tifa Napoli ed è nato da queste parti viene rigettato ed osteggiato secondo me in maniera eccessiva. Però da contraltare devo anche registrare che gli juventini residenti da queste parti hanno perso il senso della realtà facendogli assumere spesso atteggiamenti provocatori e supponenti. E da quando il Napoli frequenta i piani alti questa contrapposizione sta diventando molto più antipatica e stucchevole.