L’Nba è un mondo a parte. Ci sono all’interno una miriade di situazioni affascinanti. Il luna park dello sport professionistico. C’è il talento puro, c’è lo showbiz elevato all’ennesima potenza che muove un circo dall’interesse economico planetario. Trenta franchigie che si incrociano durante la regular season a colpi di fioretto per poi passare alla sciabola durante i play off, difese all’acqua di rose che poi da marzo in poi diventano feroci al limite della lotta greco-romana. Ma quello che più mi affascina del dorato mondo dell’Nba sono le storie dei protagonisti. Come se ognuno portasse in dote qualcosa che poi i narratori di questo sport devono portare fuori attraverso i racconti.
Storie educative, ma anche maledette. I giocatori passati dall’Nba sono tanti ed ognuno porta in dote qualcosa da narrare. L’Nba è un affare planetario, che interessa anche il mondo della politica. C’è Trump, ad esempio, che, snobbato ed osteggiato, non riesce ad invitare i campioni dei Warriors alla Casa Bianca e poi ci sono i giocatori che vogliono Popovich come prossimo presidente degli Stati Uniti. Ogni anno fortunatamente ci sono rookies che apportano nuove storie capaci di arricchire questo dorato carrozzone foraggiandolo in maniera cospicua. Ai Lakers è arrivato da Ucla il pompatissimo Lonzo Ball con l’ingombrante padre LaVar che per la Lega sarà una vera e propria manna dal cielo. Faranno scrivere per anni gli analist dell’Nba con le loro iperboli ed esagerazioni linguistiche. Materiale a valanga! Tutto è esagerato a cominciare dalle simpatiche scazzottate di Chicago dove ad esempio Mirotic va all’ospedale con plurime fratture al volto più una forte commozione cerebrale a causa di un uno-due alla Tyson assestato dal suo compagno di squadra Portis durante la preseason. Ai Clippers ad esempio ci sono ben due giocatori che non hanno saputo controllare i bollenti spiriti fratturandosi la mano buona. Gallinari prendendo a pugni un anonimo mestierante dei parquet olandese prima dell’Europeo, mentre Griffin se l’è presa l’anno scorso direttamente con il suo magazziniere. Seguire l’Nba è fantastico anche solo per tutto il contorno. Fuori dal parquet accade di tutto, con relativo ampio campionario di guai giudiziari, arresti, crac finanziari in cui sono caduti i tanti campioni che hanno infiammato i tifosi in campo, che però non sono riusciti a tenere la retta via. Per non parlare delle avventure amorose romanzesche, delle varie wags e delle starlette che ruotano attorno ai giocatori.
Ma quello che più mi eccita dell’Nba sono le sfide. Le grandi rivalità. Dalla notte dei tempi queste hanno infiammato la fantasia di noi appassionati dividendo come neanche ai tempi dei Guelfi e Ghibellini. Insomma una volta che entri in questo fantastico mondo non ne puoi più fare a meno. Ed ora che è iniziata questa nuova stagione continuerò a fare il tifo per i miei Lakers anche se credo che la strada che li riporti verso l’eccellenza sia ancora lunghissima, anche se un po’ di luce (LaVar permettendo) si intravede con tanti giovani che potrebbero far uscire da questo tunnel lunghissimo i miei amati gialloviola.