Silenzio assoluto interrotto da colpi secchi, ritmati, impressi con la giusta forza. Un battito, un battito spesso leggero, altre volte più pesante. Un battito che trafigge la pelle, secco, rumore cupo, rosso sangue ed odore di vino. Il rumore fa chiudere gli occhi, o quantomeno socchiuderli. Il gesto ripetuto all’infinito viene interrotto raramente con un grido sordo: “Vino!”. Ma non è il sorso del nettare degli dei che serve per rifocillarsi, ma è un grido di aiuto per alleviare le sofferenze. Il vino bagna la spugnetta formata da sughero cera e spilli di ferro e così dopo una breve innaffiata si ha l’illusione che quando si ripercuote la ferita il dolore sia meno intenso. Almeno così sembra. L’odore è forte, è acre. Sangue, sudore e vino. Un pugno nello stomaco. Nei vicoletti medioevali di Guardia Sanframondi ogni sette anni si celebrano i riti settennali della Madonna dell’Assunta. Vicoli stretti dove la presenza di chi assiste alla processione e la presenza dei battenti è minima, quasi annullata. Non ti puoi muovere, non puoi spostarti, non puoi allontanarti. Anche chi assiste fa la sua penitenza. La distanza fisica è annullata. Gli schizzi di sangue e vino mischiati insieme ti arrivano addosso, ti sporcano i vestiti. Molti si sentono male. Ti batti anche tu, anche se non vorresti farlo. La penitenza è anche di chi assiste.
Tutto parte dalla mattina, dal Santuario di Guardia. I battenti al grido “Fratelli, forza e coraggio. In nome di Maria, battetevi!” hanno cominciato a percuotersi per otto ore fino al termine della processione. Uomini e donne incappucciate, vestiti con un saio bianco aperto in petto, carne all’aria per permettere a quella spugnetta chiodata di perforare e ferire la pelle in segno di penitenza. Dicono che erano mille, ma credo che fossero molti di più. Ognuno portato a battersi con un motivo diverso in onore della Madonna. Un rito cruento che colpisce. Erano in tanti a Guiardia Sanframondi ad assistere a questo rito. Il sole batteva, il caldo toglieva il respiro. Tantissimi anziani e molti curiosi erano lì, in prima fila ad assistere alla processione con i quattro rioni del paese che mettevano in scena i “Misteri”, ovvero storie della religione e della fede, dall’Antico Testamento ai giorni nostri. Più di tremila persone che in costumi d’epoca, fatti arrivare dai migliori teatri italiani hanno camminato per chilometri sotto il sole con una composta dignità nonostante il caldo afoso e vestiti ingombranti.
I riti settennali hanno fatto arrivare a Guardia Sanframondi più di centomila persone, tanti curiosi, molti addetti alla comunicazione e tra i tanti segnalo la presenza di Vittorio Sgarbi e di Roberto d’Agostino, sempre attenti a tutto quello che riguarda i fenomeni culturali e di costume. L’atmosfera era cupa, la penitenza accompagnata dalla litania delle donne che inneggiavano alla Madonna riempiva l’aria. Guardia era silenziosa, non c’era presenza di bancarelle o ambulanti che approfittavano della folla per vendere la propria mercanzia. Una festa di penitenza, ma anche di solidarietà. Il paese apre le sue porte e mette a disposizione quello che ha. Ospitalità e solidarietà. I guardiuoli mettono le loro sedie per strada e fanno accomodare le persone anziane o chi si avvilisce per la canicola estiva. Si allestiscono banchetti improvvisati forniti di acqua e beni di prima necessità che vengono offerti a chi assiste alla processione ma soprattutto ai vari figuranti ed ai battenti.
I momenti toccanti sono tanti, l’incontro tra i battenti e la Madonna dell’Assunta che esce in processione al centro del paese è da brividi. Un’emozione intensa, vibrante, commuovente. Il percorso del sacrificio che porta alla luce. La Madonna che accarezza i suoi devoti. I riti settennali sono un’esperienza mistica intensa, da vivere da provare, da sentire. Non è un caso che vengono da tutto il mondo per assistere a questa processione che si dipana per i vicoli strettissimi di questo antico borgo medievale incastonato tra le montagne del Sannio. Guardia Caput Mondi solo per una domenica d’agosto ogni sette anni. La patria del vino e dell’olio per una giornata si mette al centro della cristianità e della fede. Una fede sentita, forte e che talvolta travalica e trasborda anche in paganesimo e superstizione. Ma va bene così, Guardia è gelosa della sua festa, della sua processione, della sua Madonna dell’Assunta. Tra sette anni, nel 2024 tutto sarà nuovamente pronto nel solco della tradizione e della devozione sempre in onore della Madonna.