Liberato mi piace. Mi piace il nome. Mi piace il segno del suo mistero. Liberato è un fenomeno. Un fenomeno da studiare e da scoprire. Chi è Liberato? Perchè ci interessa sapere chi è Liberato? Perchè siamo curiosi, pettegoli e dobbiamo appagare la nostra voglia di conoscenza. Ma non conoscenza dei massimi sistemi del mondo, ma una conoscenza fine a se stessa. Liberato è di Napoli (?) o giù di qui. E dobbiamo sapere. Liberato è un programma politico. Liberato è un urlo nel deserto. Liberato è un modo di porsi diverso. Liberato è un’esigenza del nostro animo. Liberato non ha vincoli, non ha catene. Liberato è interessante, Liberato fa musica. Ma si parla di lui perchè non ha identità anche se la sua musica ha un filo conduttore. Non ha i milioni di visualizzazioni di Rovazzi ma piace sul web. Liberato è moderno ed antico nello stesso tempo. Di Liberato ne ha parlato anche Saviano, anche se questo non depone certo a suo merito. Liberato fa musica. Liberato parla, scrive e pensa in napoletano, e se non stai attento ti manda anche a fanculo!
MALATO DEL NAPOLI
Liberato vive per il Napoli. Liberato adora Maradona. Il suo “9 maggio” è una sorta di prequel del più celebre 10 maggio? Liberato parla d’amore. Amore struggente, amore disperato. Hanno scritto e detto che la sua musica è una rivisitazione del fenomeno neomelodico. Ma credo solo sia una fanatica interpretazione che nasconde una grande forzatura. Liberato sembra anche un duro. Sicuramente è molto bravo a far parlare di se. Per la sua musica, ma soprattutto per il suo mistero. In letteratura sono tanti i precedenti.
PIU’ DAFT PUNK O ELENA FERRANTE?
Elena Ferrante è solo forse l’ultimo caso. Ma Elena Ferrante ha una fama planetaria. Liberato ancora no. In musica i Daft Punk non si fanno vedere. Ma li hanno trovati. Li hanno scovati i due dj francesi che non amano i riflettori. Due facce anonime. Meglio con i caschi. Il mistero piace. Il mistero si infittisce. Muoio dalla voglia di conoscere l’identità di Liberato, ma spero che lui sia più bravo di tutti a rimanere nell’ombra. Per lui deve parlare la sua musica, una musica scritta con il cuore. Un mix di r’n’b, indie, rap, hip hop, soul ma in salsa napoletana. Salsa ben pippiata. Un ragù fatto con i pezzi migliori delle carni più pregiate. I suoi videoclip sono ricercati, elegiaci, girati con grande maestria. Sono autoproduzioni dicunt. Ci dobbiamo credere? Troppo belle e ricercate per essere dei self-made. Liberato continua così. Liberato, come il lungomare liberato. Dove prima c’era il caos e le macchine in tripla fila adesso c’è la gioia di condividere uno spettacolo. Liberato, forse con due B.
LIBERATO E’ SBOCCATO!
Comunica poco, ma quando lo fa è anticonvenzionale. Questo è un pregio, è un pregio perchè nel mondo della musica, dei social e della comunicazione sono tutti omologati. Si parla per frasi fatte. Invece Liberato è irreperibile e quando comunica lo fa in modo eccessivo e sboccato. Scrive. Scrive in maiuscolo ed in napoletano. Se ti deve mandare a fanculo lo fa senza porsi il problema. Tutto studiato e costruito? Non lo so, ma se è una strategia, mi sembra un’ottimo modo di porsi. Quasi rivoluzionario.