Quando un libro viene trasposto succedono sempre dei casini. Il libro è sempre meglio di un film. Questo è più un assioma matematico che un luogo comune, ma più della matematica ci viene incontro la logica. Ti leggi il tuo bel libro e così nella tua mente vivono i personaggi ed i luoghi. C’è libertà di visione, mentre la trasposizione è il frutto comunque di un altro punto di vista, che non è il tuo.
Fatta questa premessa devo dire che ho guardato con grande attenzione le prime puntate della fiction I Bastardi di Pizzofalcone su RaiUno. I libri di Maurizio De Giovanni li divoro appena escono e devo dire che il fascino dei Bastardi mi ha sempre colpito. Giallo? Noir? Romanzo? Un mix che cattura, i personaggi sono vivi ed i loro intrecci fisici e psicologici sono necessari alla narrazione. Lojacono nella mia testa aveva un altro volto, così come la Piras o Aragona tanto per fare un esempio. Ma questo è solo un piccolo particolare, direi ininfluente, rispetto al fatto che la fiction in tv ha avuto un successo clamoroso. A mio avviso è stato decisivo l’intervento di Maurizio De Giovanni nella stesura della sceneggiatura e dei dialoghi. I Bastardi hanno una loro fluidità ed il giallo è solo il corollario rispetto alla vita dei protagonisti che si intrecciano nel Commissariato di Pizzofalcone. Il tutto, poi, avviene in uno scenario bellissimo. Napoli è la coprotagonista. Napoli è descritta come affascinante, ammaliatrice, contraddittoria. I delitti avvengono lo stesso, la criminalità c’è, il sangue viene sparso. Ma la fotografia è gradevole. Il colore è predominante e prende il posto del trionfo del grigio che invece era presente in Gomorra. Sono contento che il grande pubblico abbia apprezzato.
I Bastardi di Pizzofalcone in tv spesso prendono solo spunto dai libri. Si tratta comunque di un adattamento e spesso le storie trattate, come è accaduto ad esempio nella seconda puntata, non sono presenti in nessun capitolo della saga letteraria. Direi che la serie merita di essere vista, che è fatta in maniera professionale, ma manca di un quid. E’ come se fosse un passo indietro rispetto alla complessità dei personaggi narrati nei vari volumi di De Giovanni. Un gap forse recuperabile nel corso delle prossime puntate. Rimane comunque la curiosità e la voglia di continuare a vederle in tv. In conclusione mi va di fare una considerazione astratta. Sarebbe stato fantastico riuscire a convertire almeno il primo libro “Il Metodo del Coccodrillo” in un film diretto da qualche grande regista italiano per gustarcelo al cinema per poi vedere la serie in tv così com’è successo ad esempio a Romanzo Criminale e Gomorra.