edicolafiore

Mettevo la sveglia tutte le mattine per vedermela alle 7.30. Iniziare la giornata con Edicola Fiore davvero mi metteva di buon umore come recita il claim della trasmissione. Fiorello è un grande, ma non c’è bisogno certo del mio intervento su questo blog per dimostrarlo. E così non parlerò delle sue doti di straordinario showman e della sua abilità a catalizzare personaggi famosi che quasi sgomitavano pur di essere presenti all’alba sul set dell’Edicola Fiore creata ad hoc nel bar Ambassador sulla Flaminia di Roma.

A Fiorello, tra i tanti meriti, devo riconoscere che è riuscito a fare tanto per l’editoria italiana in crisi mandando un messaggio molto chiaro a tutti: torniamo a leggere il giornale, ma soprattutto torniamo ad acquistare e sfogliare il quotidiano cartaceo. Sembrerà anche un gesto retrò, ma per me acquistare il giornale ha un forte valore. Andare fino all’edicola, toccarlo, piegarlo in due ed accartorcciarselo sotto il braccio o riporlo della borsa, leggere solo i titoli della prima pagine per poi aspettare il tempo giusto per gustarselo dalla prima all’ultima pagina, leggerlo al bar, o mentre si è in autobus, farsi accompagnare da quelle pagine, avere l’ansia di reperirlo anche all’estero pur di rimanere sempre informato, sporcarsi le mani mentre si sfogliano quelle grandi pagine scomode. Tutti gesti semplici, ma che purtroppo non si vedono più. Il giornale per me è vita e lo sarà sempre. Grazie Fiorello per avercelo ricordato. Più Giornali, meno edizioni digital!