Siamo un popolo di lamentosi, dobbiamo lamentarci di tutto, non ci va mai bene niente. Ormai è diventato quasi uno sport nazionale. Questo non va bene, quest’altro fa schifo, questo non si fa così; oggi fa troppo caldo, domani farà troppo freddo, questo così non si fa, questo andrebbe fatto in un altro modo. In questo filone ormai abusato si inseriscono le polemiche per l’evento portato in città da Dolce&Gabbana. Premesso che non ho mai comprato neanche un oggetto griffato D&G, un po’ perchè non posso permettermeli un po’ perchè non mi piacciono tanto, direi che festeggiare i 30 anni di sodalizio nel cuore della nostra città mi sembra una cosa di grande valore, anche artistico. La moda è un’arte e per quando sia lontanissima dal mio mondo ha un qualcosa di affascinante, senza considerare che è anche un’industria che muove milioni di euro e dà lavoro a tantissime persone. Napoli ne esce rinforzata dopo questo evento, Napoli e Dolce&Gabbana stanno benissimo insieme. Esaltazione del kitsch, esaltazione del legame con la terra e con le tradizioni, esaltazione del glamour, il tutto nel ventre della nostra città che è già una terra piena di contraddizioni. Avete visto le foto? Ma quei modelli in uniforme rossa con la scritta sul cappellino VIP non sono una trovata fantastica? La modella con il vestito da San Gennaro non è una genialata? La Modella con la maglia azzurra dove dietro sta scritto Maradona ed avanti Sophia e la palla sotto al braccio non è l’icona del nostro essere napoletani? Ed intanto mentre ci arrovelliamo nelle polemiche questa festa sta facendo il giro del mondo. Vogue sta celebrando i due stilisti siciliani come geni indiscussi della moda e Napoli come scenario giusto per la loro festa. Dolce e Gabbana che portano le rose a Sofia Loren seduta sul trono rosso con tanto di musica della banda con palleittes e coriandoli dorati l’ho trovata una idea fantastica. Le modelle che sfilano in abiti di alta moda con tacco 12 sui “vasoli” neri di terra vulcanica tipici della pavimentazione dei nostri vicoli e con accompagnamento di musica napoletana è il top. San Gregorio Armeno addobbata a festa come se fosse una festa popolare è il top del top. Napoli è questa, una commistione esagerata di generi: ricco e povero, paradiso ed inferno, eleganza e trash, cultura ed ignoranza. Dobbiamo ringraziare Domenico Dolce e Stefano Gabbana perchè hanno colto l’essenza della nostra città. Hanno anche dimostrato che Napoli può ospitare eventi di portata mondiale e che eventi di portata mondiale stanno bene in questo contesto. Un evento di cui si parla ovunque senza però stravolgere il dna di questa città. Il folclore in questo contesto ci stava benissimo, era la cornice giusta. L’esclusività del party era l’essenza stessa del party. Tutti volevano partecipare ma in pochi vi hanno preso parte. Vengono Dolce&Gabbana e ci lamentiamo, si parla solo degli omicidi o delle cose che non funzionano e pure ci lamentiamo. SPUTTANAPOLI ! Ci riempiamo la bocca con questa parola e ce la prendiamo con chi parla male della nostra città. Napoli non è solo Gomorra scriviamo sui social e poi quando vengono Dolce&Gabbana li vogliamo rispedire a casa loro.
Allora a questo punto dico W DOLCE&GABBANA, che questo sia il primo di tanti eventi che porterete a Napoli, perchè Napoli sta bene con il vostro brand e voi state bene con la nostra città. Ed anche se non comprerò mai un vostro capo e voi non mi inviterete mai ai vostri party mi raccomando quando penserete ad una location per le vostre sfilate accomodatevi pure, a Napoli ci lamentiamo sempre di tutto e di tutti, ma poi alla fine siamo gente ospitale…
http://www.dolcegabbana.it/discover/campagna-pubblicitaria-dolce-gabbana-ai-2016-2017-a-napoli/
http://www.vogue.com/13456395/dolce-gabbana-alta-moda-naples/