90

Della serie si stava meglio quando si stava peggio… Gli Anni 90 non erano poi così male. Sono passati 25 anni e se ci guardiamo alle spalle sembra che stiamo parlando della preistoria. Non c’erano i cellulari e solo per questo quegli anni andrebbero benedetti. Con 5mila lire ci facevamo una settimana ora con 2.50€ non ci paghi neanche un caffè ed una brioche.  Negli anni 90 eravamo più giovani e questo già potrebbe bastare per dire che si stava meglio. Non avevamo soldi ma non era un problema tipo adesso, c’era fiducia nel futuro. Non esisteva l’euro, pensavamo che avremmo potuto guadagnare anche un milione al mese con un buon lavoro, adesso con 500 euro non fai neanche una settimana la spesa. Niente wifi, i telefoni tenevano il filo. Niente mp3, al massimo un walkman. Niente scommessina al massimo la schedina. Niente scooter al massimo il Sì della Piaggio. Nessuno squillo e scendi, ma si citofonava. Niente gruppi su WhattsApp ma se dovevamo scambiare due chiacchiere ci vedevamo fuori al bar. Nessun film in streaming o in ondemand ma se ti capitava c’erano le vhs. Non c’era internet o quanto meno era pochissimo sviluppato, non c’era facebook, anche se i cazzi degli altri ce li facevamo lo stesso. Il progresso era passare dal telefono a gettoni a quelli con la scheda telefonica. Eravamo infelici? Non credo. Non avevamo tanto ma ci divertivamo con poco. Ed in più eravamo giovani. Gli anni 90 non erano mitici, però ci stavamo bene dentro. Sapevamo che era un periodo di cambiamenti. Lo notavamo anche dalle capigliature. Il codino alla Fiorello che allora spopolava con il karaoke e non con l’Edicola Fiore, il ciuffo alla Dylan di Berverly Hills. Non c’erano le creste o i tagli alla Gomorra, al massimo alla Friends. Ma si stava bene lo stesso. Il Game Boy sostituì lo schiacciapensieri. Il Vic20 con il registratore e le cassette era una tecnologia superata, stavano nascendo i primi pc ed i primi Mac. Si capiva che la cosa si stava evolvendo. La PlayStation non esisteva e per i giochi più fighi si andava nella sala gioco. Ma il biliardo ed il biliardino mantenevano inalterato il loro fascino. Anche giocare a ping pong non era male. Quelli che volevano provare l’emozione dell’azzardo potevano andare a giocare ai videopoker con quella insopportabile musichetta di sottofondo ipnotica con la lotteria del raddoppio che quasi sempre risultava perdente. A quei tempi proprio mentre ero impegnato con i videopoker assistetti ad una scena bellissima. ‘O Piccirillo stava giocando le nostre 2mila lire racimolate facendo la classica megacolletta, in caso di vincita, improbabile, ad ognuno spettava la sua parte. Il Piccirillo era bravo e ne sapeva di raddoppi. Incredibilmente stavamo vincendo ed occupavamo la postazione  da buoni 20 minuti, un tempo record per averci messo solo 2mila lire. Un vecchietto spazientito dall’attesa con tono quasi di sfida sventolando una banconota tra le mani gli fa: giuvinò m’e facitt ittà sti 5mila lire? Ma il Piccirillo serafico mentre era preso dai suoi raddoppi gli risponde in un lampo senza scomporsi: Llà sta o cestin… Adesso invece le buone battute circolano passandosi i vari template con WhatsApp. Mutatis mutandis…