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Faceva caldo in quel giugno del 1992, un’estate caldissima ed io avevo il piede ingessato. E chi se lo dimentica il mio esame di maturità. Maledetto gesso alla caviglia! Gesso che non mi ha fatto godere appieno l’ultimo chilometro del mio percorso scolastico al Liceo. Infatti a fine maggio – subito dopo il mio diciottesimo compleanno – mi feci male nella finale del torneo di basket della scuola, doppia delusione: persi la partita e la caviglia in una botta sola. Neanche uno straccio di avversario da incolpare, da insultare. Mi feci male da solo e come un cazzone.

Della serie la fortuna sarà anche cieca, ma la sfiga ci vede benissimo. Si girò mentre stavo difendendo – cosa strana ed anomala per me – ricordo il dolore, ma soprattutto ricordo che dopo che mi immobilizzarono l’arto rimasi segregato in casa fino allo scritto del mio esame di maturità. Abitavo al sesto piano senza ascensore e muovermi era complicato, sia scendere che salirle quelle maledette scale era un vero problema. In compenso avevo guadagnato molto tempo libero, molto tempo per studiare, molto per mangiare, ma soprattutto moltissimo per guardare la televisione.Era il 1992, uà è passato un secolo.

Domani tanti ragazzi affronteranno il primo vero test importante della loro vita. Sembra passato un secolo, ma se riporto la mente a quei giorni rivivo le stesse emozioni, come se fosse oggi. Le stesse emozioni che questa notte vivranno 27mila ragazzi. Non so se riusciranno a dormire, l’emozione sarà grande anche per loro. Non sarà la prova più difficile della vostra vita, ma sarà sicuramente una sensazione unica.

A me andò bene. Non feci figuracce agli scritti, alla prova orale mi feci notare e presi un bel 50 finale. Il percorso fu difficile e con qualche ostacolo, oltre al gesso naturalmente. Qualche impedimento me lo misi da solo. Ad esempio ricordo come se fosse ieri che arrivai tardi agli orali. Ma quella volta non furono i miei canonici 10 minuti di ritardo. Quel giorno mi superai. Eppure era il giorno più importante della mia gioventù. Mi chiamarono addirittura da scuola, da un telefono a gettoni. Erano le 9 del mattino.

Mattia mi disse: fa ambress

Io: ma non sono il quinto?

Mattia: Sì, ma ti anticipano perchè quella di storia deve andare via

Io: ma sto vedendo Denise (spinoff dei Robinson)

Mattia: fa ambress, altrimenti non lo fai proprio l’esame e quelli della commissione esterna di Denise non se ne fottono proprio…

Feci una corsa (stavolta senza gesso tolto da poco) arrivai col fiatone, ed alla fine conquistai tutti. E meno male! Cioè stavo per non diplomarmi per una cazzata. L’unico rammarico fu non aver saputo mai come finiva quella puntata. Che capa fresca che tenevo! Insomma quello che mi successe in quell’estate del ’92 mi ha insegnato una cosa che molto importante, che porterò dentro per tutta la vita: gli esami di maturità sono molto più importanti di una puntata di Denise, anche se è il secondo episodio di una puntata doppia…

Il liceo mi ha lasciato dentro anche tante cose bellissime come le amicizie, ed alcuni legami fortissimi che sono vivi ancora oggi. Ancora adesso porto dentro di me gli insegnamenti del professor Litterio vero e proprio maestro di vita, ricordo il professor Vicidomini (vuj ve ‘ne futtit? io me ne strafott!), la signorilità della professoressa Venuta, la simpatia del professor Del Pozzo (Montanino ma lo sai che sei proprio un estroso?), l’amicizia e l’amore comune per il basket con il professor Montesano

Quanti ricordi dei miei 5 anni di XI Liceo Scientifico. A voi che domani farete l’esame ricordatevi sempre che i tempi della scuola non torneranno più e quindi godetevela, godetevela fino all’ultimo secondo e soprattutto in bocca la lupo per domani. AD MAIORA SEMPER! Lo scrivo con nostalgia e con quella voglia di rivivere quella mitica e fantastica estate del 1992, anche se avevo il piede ingessato…