Non ti ho mai sopportato. Il Prescelto, uno che a 18 anni si faceva chiamare così non poteva che starmi sulle balle. Sei stato scelto dai Cleveland, la franchiga della tua terra, terra depressa di un Ohio in cerca di riscatto. Potevi essere il profeta di quella terra, ma eri troppo pieno di te. Tutti dicevano che saresti diventato più forte di Michael, non ci ho mai creduto e tu infatti hai fatto di tutto durante la tua carriera per darmi ragione. Sei anche riuscito a portare i tuoi Cavs in finale nella tua prima parentesi in Ohio. Fosti spazzato via dagli Spurs nel 2007. Parlavi sempre di te stesso e non della squadra. Atteggiamento che non mi è mai piaciuto. Dopo un po’ di stagioni ricche di delusioni decidesti in diretta planetaria di lasciare la tua terra per approdare nella calda Florida. Miami è sicuramente un posto più cool della fredda e desolata Cleveland, lì chiamasti a raccolta i tuoi amichetti e qualcosa sei riuscito a portare a casa con Wade e Bosh come guardaspalle che in più di un’occasione ti hanno tolto le castagne dal fuoco. Dal 2011 al 2014 mi sembravi troppo fighetto per essere vero. Un giocatore costruito che grazie ad un talento immenso ed una presenza scenica fuori dal comune dominava le partite. Hai vinto due titoli ma hai anche perso tanto. Potevi dominare ed entrare nella leggenda, ma non lo hai fatto perché c’era sempre l’io davanti al noi. Mi piaceva quando perdevi. Mi piaceva perché eri il più forte, il più dominante ma venivi spesso meno dentro le cuciture come si dice da quest’altra parte dell’oceano. Poi quando decidesti di tornare a Cleveland sei riuscito ad inclinare le mie solide certezze di antipatia nei tuoi confronti. Hai dimostrato di essere un romantico e mi hai fatto riflettere. Potevi vincere già l’anno scorso ma sulla tua strada si è frapposto Curry, sfrontato e ricco di talento. Sotto il Golden Gate ti ha annullato il sogno, ma soprattutto ha fatto di tutto per rubarti la scena. Quel ragazzo dagli occhi azzurri e dal sorriso beffardo che palleggia come nessuno e che ha il tiro più veloce del West stava diventando il tuo incubo più grande. Tutte le copertine erano per lui e tu da Prescelto stavi retrocedendo a secondo violino. Dopo averti fatto piangere l’anno scorso anche in questa stagione ha fatto di tutto per oscurarti, sei andato sotto 3-1 nella serie, e su di te stava calando tristemente il sipario ed invece prima di affondare hai deciso che il tuo io non era poi così importante, hai deciso che era meglio pensare con il noi. Sei riuscito dove nessun altro ce l’ha fatta, rimontare dal 3-1 in una serie di finale è un’impresa da titani. Portare il titolo in Ohio è invece leggenda. Ora caro LeBron sei riuscito in un’altra grande sfida, hai fatto cambiare il mio pregiudizio su di te. Complimenti e godi, gioisci e piangi per questo tuo terzo titolo, questa volta è tutto tuo ed è soprattutto meritato. Godi alla faccia mia che ora ti guardo ammirato. Chapeau Mvp! Anzi Chapeau Prescelto!
LeBron ti chiedo scusa, non mi sei mai piaciuto e godevo per le tue sconfitte. Ma contro Golden State sei stato grande!
