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De Magistris ce l’ha fatta, sarà ancora lui il nostro sindaco, il sindaco della città di Napoli. Sono contento per lui, se lo merita. Potevo scrivere anche prima del voto delle comunali quali erano i miei orientamenti elettorali, ma ho preferito non farlo. Questo è il mio spazio e potevo fare quello che volevo, ma ho preferito non palesare le mie simpatie politiche per evitare critiche inutili ed accuse di endorsement. Tanto chi mi conosce sa bene la grande stima che ho per Luigi che conosco personalmente da 5 anni. Mi ha colpito molto il suo modo di interagire con la gente. Non si è mai sottratto dal confronto, anche quando era scomodo: ha sempre affrontato i problemi. In radio ogni venerdì cura il suo appuntamento con i cittadini aprendo al filo diretto e risolvendo in una sorta di porta a porta i problemi quotidiani di chi chiama. Luigi è la persona giusta, ne sono stato sempre convinto. Onesto, orgoglioso e testardo. Luigi crede nelle sue idee, le difende e non scende a compromessi. In molti lo accusano di populismo, di aver rotto i ponti con tutti gli interlocutori istituzionali. Come se essere populisti, nella mia accezione lo intendo come amante del popolo, fosse una colpa. Luigi scende per strada e la gente lo abbraccia, Luigi frequenta i giovani e lo stanno a sentire, si fanno i selfie. Luigi entra nel cuore dei suoi sostenitori, porta la gente in piazza ad ascoltare comizi. Non succedeva da anni. Nessun politico con la sua bella poltrona in Parlamento può permettersi il lusso di organizzare un comizio o di passeggiare tra gli applausi per strada. Non ne faccio una questione di colore politico, ma di realismo assoluto. Il trionfo al ballottaggio era scontato, i giornali nazionali quando trattavano l’argomento votazioni il capitolo Napoli non lo trattavano neanche, o al massimo con superficialità e in taglio basso. Non c’era agone e non c’era tenzone. Troppo il divario. Se si può fare un paragone calcistico Luigi era il Leicester di Ranieri, cuore passione orgoglio di appartenenza e pochi soldi. Ha battuto gli sceicchi e gli oligarchi russi che hanno messo in campo apparati imponenti ed hanno speso in campagna elettorale attingendo a pozzi senza fondo. Forse per questo l’entusiasmo per la vittoria era giusto ed opportuno. Luigi però stavolta ti è andata bene, hai rischiato grosso, il tuo elettorato ti ha perdonato anche gli autogol. Ma come ti è venuto in mente di ballare sul palco a Piazza Dante a poche ore dalla chiusura della campagna elettorale? Ma sei impazzito? Luigi caro, ascoltami bene, questo è il consiglio di un amico: non ballare mai più in pubblico, sei negato, anzi NE GA TO! Vai fuori tempo, non tieni il ritmo, vai un po’ a cazzo di cane. Menomale che chi è entrato in quella cabina elettorale quando ha messo la crocetta ha pensato più alla sostanza che alla forma. Mi raccomando, tienilo a mente per le prossime occasioni. Te lo scrivo con il cuore, anche a me piaceva ballare ed all’inizio quando andavo nei locali non mi risparmiavo, mi sbattevo, saltavo e mi scomponevo. Poi capii che il mio amore per il ballo non era ricambiato, continuai a frequentare i locali ma me ne stavo appoggiato al muro o ad una colonna. Mai più un passo di danza ed ha funzionato. Volevo ballare ma mi trattenevo. Quindi la prossima volta mi raccomando frenati, esulta, godi, ma non ballare….