kobe

Hai chiuso alla grande, in pieno stile Kobe. Hai vinto nella tua ultima uscita, anche se Utah non ha opposto grande resistenza. Hai segnato 60 punti e non l’hai passata a nessuno. 60 punti e 50 tiri. Era la tua passerella, i riflettori erano tutti per te ed hai salutato il tuo pubblico ed i tuoi compagni di squadra con il sorriso, senza lacrime. Solo con il tuo sorriso. Cosa farai dopo? “Starò attento a non ingrassare…”. Come si fa a non volerti bene?

Elogio a Kobe… Facile farlo per te. Facile perché mi hai fatto esaltare da vecchissimo tifoso dei Lakers, facile perché su di te c’è tanto da scrivere, facile perché hai illuminato il Gioco e quindi non sarò certo il solo a dedicarti un Elogio. Ce ne sono già in tanti che stanno consumando le dita sulla tastiera per scrivere parole belle per te. Tutte meritate.

Quante notti ho passato insonni per guardarti in diretta dall’altra parte dell’Oceano. Ho sempre creduto in te da vecchio tifoso gialloviola. Quando ti scelsero al primo giro a 18 anni si diceva un gran bene di te. Sapevo che ci avresti riportato al titolo, sapevo che mi avresti regalato tante gioie. Me lo sentivo. Quella squadra con Del Harris in panchina era forte, almeno sulla carta. Arrivasti insieme a Shaq ed insieme avete creato la coppia più esplosiva dell’Nba. Insieme avete vinto tanto, ma insieme avete anche perso. C’era competizione, ti sentivi più forte e quando la coppia scoppiò mi dispiacque molto. Ma ho sempre creduto in te, sapevo che anche senza O’Neal ci avresti fatto vincere ancora. Ed infatti così fu. Con Pau Gasol eravate più compatibili, sembrava quasi che lui giocasse per te, giocasse per esaltare il tuo gioco. Phil Jackson ti è entrato dentro e ti ha capito. Lo aveva già fatto con MJ. Sei stato fortunato ad incontrarlo sulla tua strada. Siamo stati fortunati noi a goderci questo incontro…

Avevi prima l’8, che poi era anche il mio numero quando giocavo. Bel numero, complimenti. Poi hai cambiato. Scegliesti il 24, ma io avevo già smesso e quindi non me la presi più di tanto. 24 come le ore della giornata, hai dato un messaggio universale: Vivete a pieno la vostra vita, non sprecate tempo e godetevi il vostro tempo 24 ore al giorno. Ora la tua maglia verrà giustamente ritirata allo Staples. Sei stato così importante per il gioco che io ritirerei tutti e due i tuoi numeri.

Hai sbagliato, hai sbagliato anche tanto. Nel privato e sul campo. Ma hai pagato per tutti i tuoi errori. Mi piaceva molto la tua superbia. Essere superbi non è da tutti. Hai sempre creduto di essere il migliore. Il migliore di tutti. Ti hanno criticato per questo. Ma sapevi di avere ragione. Vent’anni nell’Nba, vent’anni sempre giocati con la stessa maglia, anche se con due numeri diversi.

Mi piaceva anche il tuo sorriso. Sorridevi sempre. Sorridevi perché il circo che girava intorno a te ti faceva sorridere. Sorridi sempre perché la vita va presa con filosofia, ma va presa soprattutto con il sorriso. E tu sorridi, sorridi sempre. Sorriso alle volte beffardo. Bravo Kobe. Mi mancherà il tuo sorriso. Il basket ti deve tanto. E lo sai. Per salutare il gioco hai scritto una lettera d’amore. Bella. Volevi essere ricordato per i tuoi successi, ma sei stato sempre un antipatico, e lo sapevi bene. Eri antipatico a chi ti sfidava, a chi voleva batterti, a chi non tifava gialloviola. Ma ora il giro d’onore è tutto tuo. Ti stanno applaudendo. Ti applaudono a Philadelphia. Ti applaudono a New York, a Detroit. Ti applaudono dove sei stato sempre sulle palle a tutti. Questa, nella peggiore stagione dei Lakers, è stata la tua più grande rivincita. Questa la tua più grande vittoria. Grazie Kobe, grazie per tutto quello che hai fatto sul campo ed anche fuori dal parquet. Grazie per le tue giocate, per le tue schiacciate, per i tuoi assist. Sei entrato nella storia. E questo ti basta! Grazie Kobe, di cuore…