La dolcezza della disperazione. La consapevolezza dell’abisso. Precipitare volontariamente e senza paracadute. La frase che più ascolteremo durante la visione di The Whale è “Mi dispiace”. Come se ci fosse da parte del protagonista una continua e ricercata voglia di comunicare la propria inadeguatezza a chi si prende cura di lui, ma con risultati catastrofici. Si piange, ed anche molto. Ma è necessario. Come catarsi salvifica rispetto ad una vita ingiusta che ci siamo lasciati scivolare addosso, senza reagire. The Whale, è un film statico ma bellissimo la cui trama ruota attorno alla vita di un uomo patologicamente obeso interpretato da Brendan Fraser, la regia è del visionario Darren Aronofsky. A far brillare il film sono sicuramente la superlativa performance di Brendan Fraser (La Mummia), che domina con il suo talento modulando una gamma emotiva straordinaria, e della giovane Sadie Sink (Max di Stranger Things), che arricchisce di mille sfumature il ruolo della figlia abbandonata.
L’Oscar a Brandon Fraser è meritatissimo, il suo personaggio ti entra dentro. Vorresti aiutarlo, chiamare quella cazzo di ambulanza, ed invece si sta fermi, come lui sulla sua poltrona. Non vorresti farlo mangiare, chiudere il frigo. Invece niente il suo nichilismo e la sua determinaziojne all’autodistruzione dolce ti travolge.