Il Primo Giorno della Mia Vita è un piccolo capolavoro. Un viaggio all’interno del dark side di ognuno di noi. Le ombre e le tenebre che portano a coltivare la disperazione. I temi trattati sono delicati ed il regista te li sbatte in faccia, ma con delicatezza. Se avessi visto il trailer probabilmente non sarei andato al cinema, si intuiva che la trama avrebbe provocato uno sconquasso interiore. E così a scatola chiusa ero in sala, fidandomi di Paolo Genovese che conobbi in radio ai tempi della promozione di Perfetti Sconosciuti. I suoi film li ho visti tutti e volevo continuare con la tradizione. I temi sono intimi. La vita, la morte, la depressione, la felicità ed il mal di vivere. Vale la pena resistere? Si piange. Ma non bisogna vergognarsene. Un secondo tempo inatteso. Un dono che non ti aspetti. Bisogna prendersela questa seconda chance che la vita ti offre?
Il film è ispirato all’omonimo libro di Paolo Genovese. Il regista alla presentazione ha raccontato che questa storia è nata dopo aver visto il documentario The bridge – il ponte dei suicidi. Il regista Eric Steel piazzò una telecamera in cima al Golden Gate riprendendo tutti i suicidi che purtroppo si consumavano. Poi è andato a intervistare chi era sopravvissuto al salto nel vuoto e tutti hanno raccontato di essersi pentiti in quei 7 secondi prima della fine mentre cadevano nel vuoto. “Quei sette secondi sono poi diventati i sette giorni nel mio film” Genovese dixit. Questa l’essenza de Il Primo Giorno della Mia Vita.
La felicità, o la nostalgia della felicità, è alla base della nostra esistenza. Ma la felicità è un attimo. Nessuno è felice davvero. Soprattutto non esiste la felicità se non proviamo la tristezza. La tristezza che accompagna le nostre azioni. La pioggia come stato d’animo, quanta pioggia accompagna le nostre notti più buie. Pioggia e grigio. Un buio che crea angoscia, fa mancare il respiro. Annebbia la mente, ma crea determinazione. Ed anche il dubbio. Un racconto che coinvolge, in modo travolgente. La storia si svolge a Roma, ma non quella della Grande Bellezza. Una capitale cupa e piovosa nella notte più buia, quella in cui hanno deciso di togliersi la vita quattro persone che nel momento clou incontrano un uomo (Toni Servillo), che gli chiede una settimana in più per fargli cambiare idea. Emilia (Sara Serraiocco), ex ginnasta ma eterna seconda ora in sedia a rotelle, Arianna (Margherita Buy), poliziotta che ha perso sua figlia, Daniele (Gabriele Cristini), un ragazzino bullizzato diventato star dei social e Napoleone (Valerio Mastandrea), un motivatore che non riesce più a motivare se stesso. Sono i 4 personaggi in cerca d’autore che vengono indotti dal caronte Servillo a rivedere il proprio presente, il passato, ma anche il futuro. Il legame e la complicità che si instaura tra chi è disperato e non cerca appigli. I pochi minuti dove la macchina da presa apre l’obiettivo ed accoglie la luce del sole sono solo rari momenti rispetto ai tanti di penombra. La metafora della nostra vita. Vale la pena vivere per assaporare appieno quei rari attimi di luce? La risposta è contenuta ne Il Primo Giorno della Mia Vita.