Alessio Di Cosimo ha realizzato Come un padre, un riuscito docufilm sulla piattaforma Prime che racconta la vita e le imprese calcistiche di Carlo Mazzone, uno dei più grandi allenatori di calcio della storia, che a tutt’oggi detiene il primato di presenze in Serie A, con ben 795 panchine ufficiali. Roberto Baggio, Marco Materazzi, Andrea Pirlo, Pep Guardiola, Beppe Signori, Francesco Totti, Claudio Ranieri e altri campioni raccontano il dietro le quinte di Mazzone allenatore. Il racconto parte dagli anni ’40 con Carletto ragazzino che aiuta il papà meccanico in officina. Il padre, persona concreta, lo invita a imparare un mestiere e lo spinge a lavorare con lui nel tempo libero, ma il richiamo del calcio è forte, e Carletto non lo abbandona mai. Elementi di fiction e di ricostruzioni storiche si mescolano alle interviste dei protagonisti in campo. Mazzone parla pochissimo, sono gli altri a raccontare di lui, la deliziosa nipote Jole ma anche il figlio Massimo ci portano nel suo mondo. Viene fuori un ritratto celebrativo che evidenzia il suo lato umano che emerge prepotente. C’è poco del Mazzone privato, tanto del dietro le quinte del Mazzone allenatore. I materiali usati e le testimonianze si concentrano in larga parte dalla metà degli anni ’90 in poi, quando Mazzone fa le esperienze più importanti della sua carriera compresa la panchina della sua amata Roma.
Il rapporto umano con i calciatori è stato il punto di forza di Mazzone. Sapeva entrare sottopelle e i suoi atleti giocavano per lui. La figura dell’allenatore con Mazzone era antica e moderna allo stesso tempo. Come un padre trattava i suoi calciatori e come un padre aveva i suoi figli preferiti, e li sceglieva in base al talento. Baggio era il suo prediletto. Totti il figlio da difendere nella fase più delicata della carriera. Mazzone è diretto e genuino. Innovatore ma anche tradizionalista. Badava alla sostanza e non alla forma. A Mazzone, oltre alla competenza tecnica, viene riconosciuta una grande caratura umana: qualità che lo faceva percepire quasi come un punto di riferimento dentro e fuori dal campo. Roma, Brescia ed Ascoli sono i punti cardinali di questo racconto. Si ride, ma si piange anche. Perché il calcio è romanzo popolare e sa regalare gioie, ma anche dolori. Mazzone ha una forza che andava raccontata e da umile cronista ogni volta che l’ho intervistato ho sempre avvertito quella saggezza forte che sapeva trasmetterti, una saggezza che veniva dall’esperienza. Carlo Mazzone ispira fiducia e tutti i suoi calciatori di lui si fidavano ciecamente.