ritardo-2

Con la puntualità ho qualche problema, lo ammetto. Ci provo, ma non sempre ci riesco. La buona volontà c’è, ma purtroppo questa si scontra spesso con la dura realtà. Non sono un ritardatario cronico, ma posso affermare con sicurezza di essere un diversamente puntuale. Gli appuntamenti quelli importanti, quelli di lavoro non li toppo quasi mai, sul resto se ne può discutere. Ho provato anche a fare una sorta di introspezione, ho cercato i motivi per comprendere questa mia riluttanza all’essere in orario e sono arrivato ad una conclusione. Sono un ritardatario perchè sono troppo ottimista. Cioè nella mia testa il tempo di spostamento è sempre al netto da qualsiasi imprevisto. Anche un semaforo rosso non è messo in preventivo dalla mia mente. Invece la dura realtà sembra proprio volersi accanire contro di me. Il traffico ad esempio nella mia testa non è proprio contemplato. Per me il traffico non esiste, ed invece ogni volta che scendo di casa mi scontro con questa dura realtà che si materializza nella sua fredda crudeltà. A Napoli, poi, c’è un traffico strano, anomalo, senza senso. Anche il traffico in questa città è particolare. Non c’è mai traffico alla stessa ora o nello stesso giorno della settimana. E’ imprevedibile. Una volta trovi tutto bloccato, un’altra tutto libero. Questo aumenta ancora di più il mio ottimismo. Scendo di casa e penso: oggi sicuramente la strada sarà libera, ed invece spesso e volentieri non è mai così.

Sull’essere ritardatario, poi, leggo di strane ricerche di scienziati, che poi sono sempre americani, ricerche ampiamente contraddittorie. In alcune si sostiene che chi è ritardatario è un genio, in altre che chi fa tardi per abitudine ha dei seri problemi mentali. Le leggo, ma cerco di approfondire il meno possibile. Non mi andrebbe di scoprire a quarant’anni suonati di essere un genio…

Chiudo questa mia breve riflessione volendo ringraziare pubblicamente il mio amico Mattia. Credo che nella sua vita mi avrà aspettato più di 100 ore. Cento ore buttate da parte sua, cento ore passate ad aspettarmi. E credo non per colpa mia. Cioè anche per colpa mia, ma in maniera molto parziale. Faccio un rapido esempio. Se l’appuntamento è alle 9 di mattina ed io arrivo alle 9.20 mentre lui mi aspetta dalle 8.00 il mio reale ritardo qual è? venti minuti o più di un’ora? Ecco alla fine una cosa la posso affermare tranquillamente: quando un ritardatario incontra uno che si anticipa, quello che si anticipa farà sicuramente la muffa…