La radio è cazzeggio, la radio è gioia, la radio è un contatto diretto. Le radio libere hanno più di 40 anni. Si dovrebbero vedere le rughe ed accusare degli acciacchi, invece la radio è sempre viva, ma soprattutto non morirà mai. Il suo fascino rimane immutato. L’ho sempre adorata, ascoltata e corteggiata. W le radio libere, W le libertà che ci sono in radio.

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Per chi fa il mio lavoro lavorare in radio è un privilegio, fare informazione attraverso questo mezzo è una grande responsabilità. Bisogna stare attenti a tutto, centellinare le parole, e cercare di essere il più precisi possibile. Ma bisogna essere anche rapidi ed evitare approssimazioni, il tutto in tempo reale. La radio ti accompagna durante la giornata. L’accendi appena ti svegli, l’ascolti mentre ti prepari, in macchina mentre vai a lavorare o sbrigare commissioni, mentre torni a casa. Se sei un malato ed appassionato come me, l’accendi anche a casa e l’ascolti con devozione. Ascolto la radio da sempre. Ricordo quando alla fine degli anni 70 e ad inizio degli anni 80 le vacanze duravano tre mesi, si andava in villeggiatura e nelle case prese in affitto non c’era mai la televisione. La radio era sempre accesa: musica, intrattenimento ed informazione. O radio o niente. Ed io sceglievo Radio.

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Ma la radio anche adesso vive, è sempre attuale, mi piace anche notare che è ascoltata dai più giovani. La radio crea confidenza, lo sento, lo avverto. La radio abbatte le distanze. Mi piacciono troppo le talk radio, le ascolto tutte. Sia i network nazionali sia quelle locali. Secondo me per migliorare è importante rubare dagli altri il mestiere, e per questo cerco di carpire i segreti degli altri. In effetti mi ritengo un privilegiato a lavorare in radio. Mi piace cercare di comprendere il gusto di chi ascolta, cercare di essere schietto, vero. Lo so di non avere una bella voce, di ignorare la dizione e di parlare spesso di un argomento frivolo come il calcio. Però credetemi ogni volta che si accende quella lucina rossa ed attivo il microfono anche se so di non essere bravo cerco almeno di essere vero. Non metto barriere, a parlare è Lucio Pengue, con tutti i suoi difetti. Mi piace farlo, mi piace il confronto, mi piace fare le domande che farebbe chi mi ascolta ogni volta che faccio delle interviste. Mi piace confrontarmi, il filo diretto ha un fascino enorme. Quando parlo con gli ascoltatori non li correggo mai, cerco di capirli, provo a ragionare come chi si è preso la briga di telefonarmi. Spesso non condivido le opinioni che sento, ma non cerco mai di cambiarle. La radio è contatto, è provare a creare un feeling. Mi piace quando chi mi ascolta nelle trasmissioni che conduco mi ferma per strada. Non è vanità, credetemi. Mi piace perché mi trattano come un fratello, un amico che conoscono da sempre. Gli faccio compagnia durante al giornata e vogliono parlare con me perché si è creato quel feeling. Ecco perché adoro la Radio! E per questo ti faccio i miei più sinceri Auguri!!!!