Sydney Sibilia ha fatto centro. Mixed By Erry è un film che ti entra dentro. Soprattutto se sei stato giovane negli anni ’80 e lo sei stato a Napoli. Sembra quasi un documentario più che una crime story. I protagonisti sono criminali, vivono nell’illegalità da sempre, ma intorno a loro c’è un forte alone di simpatia. Si parteggia per loro, contro la camorra, contro il sistema, contro i finanzieri cattivi. Erry crea un impero insieme ai fratelli. Ancora oggi quando passo per Forcella e vedo i locali dove c’era l’antica sede penso: qui c’era Mixed By Erry – L’originale. I fratelli Frattasio sono stati gli antesignani del pezzotto, sulla lora scia c’era addirittura chi faceva il pezzotto del pezzotto. Ancora una volta Sydney Sibilia racconta una storia di riscatto personale al limite della legalità: dopo la trilogia di Smetto quando voglio e L’incredibile storia dell’isola delle rose, il regista di Salerno si cimenta nel racconto dell’epopea dei fratelli Frattasio che fondarono un impero economico diventando i re della pirateria in Italia.
“Si dichiara colpevole o innocente?” “Volevo solo fare il dj”, rispose Enrico Frattasio alla domanda del presidente della Corte prima della sua condanna a 4 anni e spiccioli di reclusione. “Mixed by Erry” era diventata la terza etichetta discografica in Italia, vendendo 180 milioni di cassette in tutto il Paese. Tra gli anni ’80 e i primi ’90, partendo da Napoli, i fratelli Frattasio costruirono un vero e proprio impero basato sul copiare musicassette originali, rivendendole a 5mila lire. Ispirato al saggio Mixed By Erry – La storia dei fratelli Frattasio di Simona Frasca il film racconta l’Italia e Napoli attraverso il filtro della nostalgia e dei colori ovattati e sgargianti tipici degli anni 80. I vestiti, i walkman, i capelli lunghi gelatinati, lo scudetto del Napoli del 1987, il Festival di Sanermo, la Milano da bere incarnata da un Fabrizio Gifuni. Bellissima la colonna sonora con le canzoni tipiche di quell’epoca, merita di essere anche sottolineata anche l’interpretazione di Francesco Di Leva che rende grottesco il commissario ossessionato dai fratelli Frattasio.