Ogni 31 ottobre succede una magia: l’Italia si riempie di zucche intagliate, streghette in tulle e genitori che si chiedono chi abbia inventato questa storia del “dolcetto o scherzetto”. Eppure, fino a poco tempo fa, per noi il 31 ottobre era solo la vigilia di Ognissanti — nient’altro. Poi è arrivato Halloween. E come sempre, abbiamo deciso di farlo a modo nostro.

Tutto comincia secoli fa, con la festa celtica di Samhain, il capodanno dei morti e dei vivi che si salutavano per un giorno.
Poi arrivano i cristiani, che piazzano Ognissanti il 1° novembre, un modo elegante per dire: “Ok, basta fantasmi, pensiamo ai santi”. Il tempo passa, gli irlandesi emigrano in America e portano con sé Samhain, che si trasforma in Halloween: zucche, travestimenti, film horror e tanto zucchero.

Il marketing, ovviamente, si frega le mani. Negli anni ’90 Halloween sbarca anche da noi, tra film americani, telefilm e i primi party “mostruosi”. All’inizio lo guardavamo con sospetto: “Ma come, si festeggiano i morti con le caramelle?”. Poi, come sempre, abbiamo deciso di adottarlo. Perché se c’è una cosa che sappiamo fare bene, è trasformare ogni festa straniera in una versione nostrana con carboidrati.

Oggi l’Italia di Halloween è divisa in due: i bambini che bussano alle porte chiedendo “dolcetto o scherzetto” a nonne che rispondono con la crostata. Gli adulti che si travestono da vampiri, ma si lamentano che “una volta questa festa non esisteva”. Perché ci piace (anche se non lo diciamo)? Halloween funziona da noi perché abbiamo un’anima teatrale.
Ci piace recitare, travestirci, esorcizzare la paura. E, ammettiamolo, ci piace anche avere un’altra scusa per fare festa e riempire i social di foto con filtri arancioni. È una festa perfetta per il nostro spirito: un po’ sacra, un po’ profana, molto conviviale. E poi, diciamolo, tra zucche e crostate, chi può resistere.

Halloween è la prova che le tradizioni si evolvono. Da Samhain alle stories di Instagram, la sostanza non cambia: esorcizzare la paura, ridere della morte, celebrare la vita. E noi italiani lo facciamo come sempre: con stile, ironia e magari un piatto di lasagne accanto alle caramelle.

Dolcetto o scherzetto? L’Italia ha scelto entrambi — con una spolverata di zucchero a velo e un sorriso disincantato. 🎃