Il tradimento è così interessante. La vita è un tradimento. Dei propri principi, delle convinzioni, dei rapporti tra le persone. Si fanno le trasmissioni e le persone sono tremendamente attratte da questo tipo di dinamiche, probabilmente per giudicare e puntare il dito. Le corna per portarle ci vuole dignità, ma alla fine non sono niente di che tutti ci siamo passati. Qualcuno lo sa, altri no. Questa l’unica differenza.
Proprio per queste dinamiche scontate e comuni che la vicenda di Raoul Bova, sexy prete delle ultime stagioni di Don Matteo, colpisce. Tutta colpa di un suo vocale. Non un’altra fiction, ma la più cruda cronaca dei nostri tempi: privacy sbranata, gossip amplificato, indagini giudiziarie.
Il 21 luglio, nel podcast Falsissimo, Fabrizio Corona sparge i micidiali audio tra Bova e la modella/influencer 23enne Martina Ceretti: diventano subito gossip da TikTok e meme da salotto. Ma il giorno prima, Raoul aveva già ricevuto un messaggio anonimo, con toni chiari e velati: “O paghi, o faccio uscire tutto” . Nessuna richiesta economica esplicita, ma il messaggio era fin troppo chiaro. La Procura di Roma (pm Eliana Dolce) apre un fascicolo per tentata estorsione. Sotto inchiesta c’è Federico Monzino, 29enne pr milanese “bene”, influente, con un milione di follower. L’ipotesi: avrebbe inviato i messaggi all’attore sostenendo di poter fermare la diffusione degli audio in cambio di… un “regalo”. Un classico ricatto edonista da copione . Nel frattempo, sequestrati i telefoni del pr e della modella per capire se Martina Ceretti fosse complice o vittima a sua volta .
A margine di questa vicenda giudiziaria c’è una goffaggine legale e scacchi sentimentali. Da una parte l’avvocato di Bova, che dichiara: “sono solo separati di fatto, co-genitori delle bambine” e l’avvocato di Rocío Muñoz Morales, che ribatte: “non c’è separazione, è falso”. Insomma: un balletto mediatico senza il ritmo giusto .
In sintesi un audio segreto diventa virale. Un messaggio anonimo diventa un calcio in faccia legale. Un pr influencer milanese diventa il possibile mandante di ricatto. Le parti coinvolte sparano versioni contrastanti. Una commedia sexy‑nera che finisce in mano alla Procura di Roma.
Il pubblico adora il reality, il gossip e i colpi di scena. Solo che in questo caso i protagonisti sono persone vere, con famiglie, privacy e reputazioni. Scelte non consapevoli, registrazioni rubate, viralità incontrollata: l’equilibrio tra intrattenimento e diritto alla riservatezza è definitivamente saltato. Un incastro grottesco degno di un film surreale. Ma la morale è sempre la stessa: oggi, tra smartphone e social, un audio privato può trasformarsi in ben più di un gossip. Può essere una bomba giudiziaria, un ricatto psicologico, un brand‑damage irrevocabile. E Raoul Bova, che ha tradito la moglie, diventa invece vittima di un gioco al massacro che non avrebbe meritato.